Ne "L'esistenzialismo come umanismo" Sartre corregge in parte il suo pessimismo e promuove l'atteggiamento esistenzialista a speranza.
Per l'esistenzialismo l'esistenza viene prima dell'essenza (ovvero precede l'eventualità di un principio primo rappresentato da Dio), e questo è un modo per mettere al centro della vita l'uomo e la sua libertà di scegliere da sé quale significato darsi (in sostanza la realtà non può costringerci in un ruolo perché non ha coscienza di sé, è l'uomo che decide quale significato darle).
L'uomo ha dunque la possibilità decisiva di dare significato e valore all'esistenza in assoluta libertà rispetto a qualsiasi principio che si vuole precostituito e in questo risiede l'ottimismo di chi può decidere da sé il proprio futuro e fare da sé le proprie scelte.
Domande:
-quando inizieremo a liberarci dalle catene autoimposte?
-quando l'intellighentia prenderà il posto del Dogma antidiluviano?
-quando un Uomo finalmente consapevolmente Autodeterminato?
5 commenti:
Tutto ciò che accade accade perchè noi lo scegliamo...
Tutto ha un senso...se noi glielo diamo...
Questa a mio parere è la chiave di lettura per trovare felicità e ottimismo
ecco appunto..se noi glielo diamo...
ma nn sempre si riesce a trovare questo senso
anzi..la volontà di darglielo...
trovare un senso ontologicamente scisso dalla trascendenza umana: il mio cruccio..
eterno?
eterno...sì eterno...
ma in verità meditavo sulle sue parole. il problema è che l'uomo si è sempre sentito dio con la consapevolezza di non avere importanza collettiva. allora dio è diventato il giocattolo con cui imporre qualcosa e il pretesto di plastica per infrangere qualcosa.
la verità è che non abbiamo bisogno di spezzare catene ma di averne di nuove. o la banalità della nostra esistenza finirebbe per ucciderci poichè non siamo mentalmente abili e preparati a capire che siamo solo una parte della natura, uguale alle altre, non siamo i suoi figli eccelsi.
La mediocre banalità fa più male della morte.
Posta un commento