domenica 29 agosto 2010

La pioggia è gioia (nove)


Dalla viuzza sotto venivano le tarde voci della sera.
La madre di Piera era in cucina armeggiando con piatti e pentole e il letto morbido nel primo buio con la frescura che veniva cheta dalla finestra davano un tono di allegria e quiete alla serata.
La cena era stata zucchine ripiene e pollo alla cacciatora e lui ora era il fidanzato e non il gorba che disturbava le figlie.
Questo gli piaceva.
Dopo il funerale pochi lo avevano cercato, ma il padrone e soprattutto Piera lo avevano saputo uomo e forte, proprio perchè uomo e fermo davanti a tutti e tutto.
Solo Nadìn lo aveva ancora salutato passando col Motom davanti alla stazione, altri tiravano dritto offesi e sicuri della propria parte.
"E devi sentire cosa hanno detto le mie amiche."
"Quelle galline senza coda.Cosa?"
"Che sei un disperato e che non sai cosa è la vita."
"La vita.Lo sanno loro, lo sanno.Sempre pronte a farsi vedere e trovare il pollo da spennare."
"Io l'ho trovato."
"Bell'uovo.Uno che se va bene manco il prete saluta ancora."
"Lo sai, Neta mi ha incontrata ieri dal macellaio sotto l'Ala.Aveva uno sguardo."
"E tu?E tu?"
"Cosa vuoi che facessi.L'ho guardata bene dritta negli occhi.Come un peperone maturo è diventata.Bella razza di donna.Con rispetto, si capisce."
"Cecu mi dice che la sente sempre urlare in casa.Vai a sapere cosa combinano là dentro.Certo che suo padre è proprio un gran rompiscatole."
"Fatti suoi."
"Sarà meglio che vada.Domani andiamo alla Nisi a Moncalieri a ritirare una partita di cerchioni sport.Forse Burdeis mi lascerà guidare il furgone.Devo imparare bene , per quando arriverà il Topolino.In quel posto ai suoi di Neta."
"Il Topolino?Ma sei folle?con che soldi?"
"Dimentichi che dovevo sposarmi?I soldi van spesi, si vive solo una volta."
"Per questo mi piaci.Perchè sei deciso e sai la vita.Con Bertu, sai quello di prima, non sapevi mai niente.Le volte che mi ha lasciata da sola al ballo per andare a sbronzarsi.E pretendeva pure che pagassi e poi....Porco maiale schifoso.Vedessi con che occhi mi guarda quando passo sull'ala per venirti a trovare.Se la scorda quello, con la rèclame che gli ho fatto tra le mie amiche.Potrebbe prenderselo la tua Neta."
"Proprio.Manco la bici ha.L'ultima che gli hanno prestato è tornata senza raganella e fanale. Li avrà venduti per pagarsi una birra, povero diavolo."
"Come stai, Eroe?"
"Bene.Ma non chiamarmi più Eroe.Almeno tu.Quel nome mi va stretto come una maglia umida.Andrea: io sono Andrea, lo capiscono?Basta con la storia degli eroi, la guerra è finita!La mia guerra ora sono biciclette e soldi, donne e famiglia, futuro e paure.E non sono eroe più di quello che siamo tutti, nè più nè meno.Cristo, ma come ho potuto vivere in questo modo per tanti anni?Come ho potuto buttare nel fosso tante sere e tanta vita senza sapere?Mi sembra di aprire gli occhi solo ora , di vedere come un gatto appena nato."
"Tu vedi cose che noi qui manco col binocolo riusciremmo a vedere.Non è stata solo la guerra.Rischio parlava di te come un Dio, pochi riuscivano a entrargli nel cuore come hai fatto tu.Nessuno degli altri capiva le vostre cose,i vostri discorsi.Nemmeno io.Non che lo frequentassi, ma si vedeva che era un'altra razza.Come te."
"Bella razza di matti.Tu: come fai a sopportarmi?"
"Basta domande.Sono quelle che rovinano il mondo.Sei stanco?"
"Un poco.Dormirei qui, se ai tuoi vcchi non dispiace."
"Basta non dirglielo.Tra poco madre andrà a coricarsi, e se tu domani mattina scendi presto e non fai rumori..."
"Bene.Allora mi metto comodo."
"Anche io."
"Non dormi di là, sul sofà?"
"No, adoro l'odore di grasso."
"E di gomma."
"Soprattutto quella.E di libertà e di idee giuste."
"Di quelle cercherò sempre di profumare ,il più possibile.Promesso."

Gli ultimi raggi di sole , deboli e tenui, venivano dalla collina in fondo, tra le nuvole di una pioggia imminente.
Con gioia,con curiosità e gioia proprio, Eroe li volle immaginare forti e chiari, come l'alba di domani li avrebbe donati al loro sguardo.

Nessun commento: