martedì 30 novembre 2010

Ventisette


Il tuo viso è sereno:
Ride di luce fioca.

Non sa ancora,
l'uomo accanto,
beato nel calore

di te e della vita,
dei giorni piovuti addosso
trascorsi funesti
non lasciando tracce.
(così pare, cosi' appari)

Sapesse
chiederebbe paga
per chi passò prima
a rugare piano quei solchi
a fendere il bel sorriso.

Lacrime
bagneranno quegli occhi:
quasi le stesse,
quasi allora.

L'esattore è paziente:
Ventisette arriva sempre.

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