sabato 21 aprile 2012

Do it yourself (cerca d turnè a cà)

Avevamo lasciato la Gerbi Boasso serena e tranquilla di restauro, con la sua cera appena data. Oggi pomeriggio, complice il bel tempo, ho deciso di metterla a lla prova sulle stradine del braidese. Cagnolina al guinzaglio e via che si pedala allegri. Pedala pedala, al nono chilometro...pfffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffff. Che fare? Sole. Cane che mi guarda allegro nell'erba ed è lontano anni luce dal mio problema. Lui c'ha l'erba e il fiumicello. Io una gomma bucata. Tra una cristonata e l'altra, passa una gentile vecchina, che con l'accento più piemontese che abbia mai sentito mi apostrofa: "Ha da manca?Vuole un pompino?" Brivido. Perchè no? Pompa che ti pompa, la gomma non si gonfia. "è un po'vecchiotta, nhhhhè?" "Già." Che fare? A quel punto penso a un vecchio racconto del tempo di guerra ( sempre lì andiamo a parare) nel quale un milite tornava a casa dopo l'8 Settembre con una Guzzi bucata. Come? Mettendo delle foglie dentro al copertone! Sotto lo sguardo stupefatto della vecchina, che ha così dato uns enso al suo pomeriggio, smonto con un pezzo di legno il copertone e strappo la camera d'aria bucata. Poi,novello contadino, strappo busche d'erba a gogò e riempo ben bene la ballon 3/4. Con un po' di mestiere la rimetto su e ....vaiiii!!! La vecchietta ha imparato una cosa nuova, il cane bestemmia in caninesco per l'interrotta pausa e io pedalo felice. Anche questo è bici d'epoca, anche questo è vivere appieno questo fantastico mondo. Un brivido mi scorre dentro, ripensando a questa biciclina che ha rischiato di essere schiacciata, e che ora trotta di nuovo. Sento vicino, ma la voce è lontana, qualcuno sorridere . Qualcuno che settanta anni fa già si trovò a tornare a casa, dai figli, dalla sua bella . Una gomma bucata, dell'erba, forse la paura. Come spesso accade, anche questa volta una bici mi ha aiutato a rivivere qualcosa di lontano, che io, come altri, continuo a sentirmi dentro e vicino.

mercoledì 4 aprile 2012

Tu ridi.


Tu non dici parole,
sei la cantina chiusa
che serba buon vino.

Sei la notte e il giorno,
un buio silente,
l'alba che non viene.

Sai gli sguardi,
le occhiate golose,
il desiderio d'altri.

Un sole forte
Ti fece bella,
di generosa luce.

Tra frette straniere
e vuotezze d'animi,
Tu ridi.