sabato 5 dicembre 2015

Pedalare e sudare, Wolsit corsa 1923

"Aspetta chi è aspettato
che sia compiuta l'attesa di chi attende
un suono strutturato
in modo di poter reggere
per molto tempo
ancora..
"CSI, Alba Blu"




"Una bici vecchia, di quelle da corsa, dell'epoca di Coppi..."
Questa era la frase che accompagnava l'offerta di visionare una vecchia bici in un casolare tra i monti.
Quando ti dicono la bici di Coppi, è quasi sempre una Sprint del '73.
Sgonfia e rugginosa.
Quando ti dicono la bici di Bartali, quasi sempre un condorino.
Sgonfio e col telaio rotto.
Stavolta no.
Voglio crederci.
E mi inerpico per la stradaccia tra il bosco di querce e castagni, in una terra dalla lingua delle mie origini più antiche.
Il dialetto è strettissimo, rade parole scandite da sguardi lontani mille miglia verso l'infinito o solamente dirette ad un sasso che ci incespicherà il cammino.
Dell'antico seccatoio poco resta, se non un cumulo di sassi sparsi e un tetto che la prossima neve decimerà a rudere.
"Ma è poi sicuro?"
" Ci sono nato qui dentro, se non ti fidi la butto giù io..."
"Per carità..."
La volta sta per crollare.
Dovunque paglia e sterpaglie.
Da una scala in legno che regge a malapena i miei ossuti cinquantacinque chili mi inerpico al piano alto e in fondo, la vedo.

Questi sono i momenti che non ti scordi!
Il manubrio in ferro , ussaro e fedele, mi saluta dal fioco della finestretta che le ha dato aria polvere e ruggine per tanti anni.
Le gomme si sono essiccate del tutto, si sgretolano  al solo sguardo.
Sotto la morchia un nero inusuale chiede attenzioni che sa già dovute: l'attesa è compiuta!
Insomma, con cura e devozione la sposto al piano basso.
" Ma tze mat? Campla Zù!"


-TRADUZIONE:  Ma sei matto?Buttala giù-


L'arzillo vecchiardo guarda con sommo disprezzo quel cumulo di nobilissima ferraglia che scopro essere stata del suo prozio (!) e mai più usata dagli anni '50 in poi.
Non immagina la gioia che mi dona il tatto di quella polvere, di quella ruggine, di quelle forme così sinuose.
Come un Barolo  che chiede meditazione e riposo, ho deciso sino ad ora di non pubblicarla, di goderla tutta per me come un 'idea bellissima o  un ricordo lontano, aspettando un'ispirazione che ha tardato...4 anni a venire!
Non sapevo nemmeno se ripulirla, come altre sorelle.
Ma avendola lucidata qui e là per verificare lo stato dell'arte, ho deciso per il solito restauro conservativo , desiderando fortemente di riportarla in istrada.
La striscia rossa delle gomme in para ha lasciato il posto sui cerchi strettissimi da 28 mm a due copertoni NOS da 1/4, affidabili e stridenti col nero del telaio.

Telaio che, giova ricordarlo, fu sicuramente rinnovato da qualche ciclista benvolenteroso negli anni 40 con tanto di filettature dorate.
Il verde originario è rimasto solamente..su un galletto della ruota anteriore , a perenne memoria del tempo corsaiolo che fu.

Per una volta nessun manubriaccio, ,ma la sua piega originaria larga ed imponente.
Ho lasciato volutamente alto l'attacco, come l'ho ritrovata.


Il prozio doveva essere alto di gamba !
I freni sono fascettati, l'anteriore un poco più recente e sicuramente sostituito in corso d'opera negli anni di intenso uso.

Il posteriore è originale!
Mozzi 32 40 raggi originali Wolsit , il posteriore Giroruota, con corona Wola e pignone fisso.

La guarnitura è composta da calotte Wolsit datate 1923 e da una bellissima coppia di pedivelle da corsa Wola , con un attacco della corona direttamente fissato sulla pedivella ci ricorda le finezze costruttive votate a robustezza e durata.

La sella , Una Italia in pelle, l'ho dovuta aggiungere io in quanto della vecchia Brooks restava solo il telaio e pochi monconi di cuoio ( i ghiri in montagna divorano tutto!)
Nessun parafango, nessun carter!

Rivedendola al chiaro, in una luce invernale che si sa far desiderare , la ammiro compiaciuto ed estasiato.
Come una bella donna, di quelle che devi avere per forza, essa m'attrae a viva voce e d'un lampo la cavalco, verso una salita che non supererò.
Lei, di certo, lo sa, ma dal largo del suo manubrio mi invita a fare le uniche cose possibili su una Wolsit da corsa: pedalare  e sudare!



1 commento:

Roberto P ha detto...

La mia è del 26 col suo colore verde originale, ha la sua sella, un pedale originale, parafanghi, cerchi in ferro. Da catalogo ho visto che con cerchi in legno porta il nome di "corsa" cerchi in ferro "mezza corsa". Mi manca il manubrio corsa, ha su un vecchissimo manubrio sportivo.