lunedì 25 agosto 2008

Fissato.


Lo ammetto: ormai sono un fissato.
Non per le sessanta settanta bici che ho e che uso, perdendo ruggine per strada.
Anche, ma non solo.
Da qualche settimana sono un vero fissato d.o.c.
Niente più ruota libera, pedalare sempre.
Sull'ultima arrivata, niente parafanghi.
Niente freni.
Semplice, essenziale, come solo gli oggetti che durano sanno affascinare.
Centoepassa anni portati da Dio.
Liscia come il rosolio, leggera, scattante.
Con la sua ruggine intrisa da un secolo di sudori e pedalate.
Con la sua posizione e il suo faro acetilene che oscilla che non puoi non essere notato.
Mezza corsa le chiamavano.
Mai nome più azzeccato, per una bici che riassuma il mio carattere.
Sempre di corsa, mai fermo, ma con quel che di tranquillo che ancora ti lascia pensare.
L'ho desiderata tanto e ora è mia, nel salotto, che ride sorniona dalla forcella a tubi appiattiti.
Con lei, la sorellina più giovane di qualche anno, -sempre fissa!- ma con frenata anteriore.
Da un po'di tempo entro meno spesso tra la raccolta.
Istinti ruotalibericidi e parafanghicidi potrebbero falciare intere dinastie di bici.
Malattie da fissati, dicono.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

in merito agli istinti "ruotalibericidi" mi metto in coda per avere qualche illustre avanzo

bellissima!!

alberto (ciclofucinacritica)

L@ Str@mp@ ha detto...

sei la persona meno tranquilla che io abbia mai conosciuto...