venerdì 1 agosto 2008

Ritorno al futuro.


Immerso tra la vallata, in un piccolo centro ai piedi della montagna, un piucheottantenne ciclista mi sta spiegando l'arte di riparare gomme.

Il suo viso si illumina al ricordo delle eroiche camere d'aria in para rossa, ma anche nello spiegarmi la difficoltà che si incontra nella regolazione di certi freni interni e di quanto fossero buone le biciclette Cervinia tanto diffuse da quelle parti.

Distrattamente guardo il pavimento in ciniglia anni 30 che tante bici deve aver sopportato, il bancone di legno intessuto d'olio e sudore, il vecchio trapano a mano(!!) col quale ancora, di tanto in tanto, opera sulle biciclette di qualche nostalgico che ancora interpella il suo aiuto.

Cambi giapponesi e "porcate varie" non ne vuole per il negozio, mi stupisco di una bicicletta sport degli anni 70 appoggiata fuori.

"Non è mica mia, è del salumiere che la usa a fare consegne.La lascia qui perchè è comodo"mi dice con la sua voce roca dalle mille sigarettine arrotolate a mano giornaliere.
Con nostalgia ricorda nomi di settanta e più anni fa, quando cominciò ad amare telai e forcelle, i nomi sciorinano lesti dalla bocca piccola e gli occhi si fanno lucidi dietro gli occhialini neri.
"Pare ieri che ero bocia e guarda che roba!Come le bici qui fuori!"

Dal mucchio di ruggine accatastato in cortile quante cose salteranno fuori?

"Se non ce la facciamo, mettiamo una mina sotto e via!"

Anni di fatica, anni di pioggia, ma ricordi bellissimi.

Non puoi non invecchiare felice facendo ciò che più ami dal mattino alla sera, non puoi non gioire nel vedere quelle montagne così vicine che ti danno il buongiorno il mattino prestissimo e la buonanotte la sera all'imbrunire, appena dopo il telegiornale.

Ecco, vedendo questo brandello di passato, vedo distinto e netto il mio futuro.

Un augurio, un sogno.


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