venerdì 4 gennaio 2013

Pagato di mano.


Sei terra e mare.

Mare,
che non navigherò più,
il tiepido che dimentico.

Terra,
sulla quale fu bello camminare,
e stendersi a volte.
Verranno giorni, e notti,
e feste.
Tu gioirai e rabbrividirai,
lontana.
Verrà la Primavera,
e non saprà più di te,
del tuo sorriso.
La tua voce,
i tuoi fianchi e quei seni,
diventano presto ombra mattutina che muore.
Facendo l’amore,
giocammo alla morte,
e quasi ci riuscimmo.
Ora il silenzio,
tenebro compagno di nostalgia,
chiede conti che non tornano.
Come oste che reclama,
anche la vita
vuol debito saldato.
Cuore amato non cede,
chiede un sorriso,
una parola che non giunge.
Pagherà tutto, ben lo sa.
Salderà il passato,
pagando di mano.

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