martedì 3 febbraio 2015

la pioggia è gioia (20)





"Cosa succede?"
"Vai dalle magne stasera.Alle 9.Devono dirti."
"Non mi piace quelle donne.Sanno di sporco.Devo proprio?"
"Per me fai cosa vuoi.Io dico che se vai capisci meglio, poi fai tu.Se vieni ci vediamo là."
"Proprio della mia razza.Non strappa una parola che sia una "pensava Eroe.
"Vengo,dille che vengo.Ma nessuna moina o giro inutile.Se c'è da parlare si parla."
"Si capisce.A stasera."
Quella sera Eroe trovò più silenzio in casa e i suoi che gli sorridevano come si fa a un malato che deve morire.
Come a quel fascista che avevano dovuto consolare e raccontare barzellette prima di fucilarlo fuori, sull'aia.
"Qui cosa capita? Devo sapere qualcosa?"
"Le magne stasera.Ti diranno delle cose.ma tu non credere a tutto.Ascolta bene  e fai tesoro.Situazione brutta la tua, ma se non ti agiti tanto va a finire che hai ancora da far guadagno.Muovi poco, ascolta tutto."
"Oh padre, qui mi si nasconde qualcosa.Lo vedo, non son gabbia.Parlate voi, che siete famiglia."
"Ma si, tanto vale dirtelo.No,madre?"
Dall'angolo lei approvava con la testa, zitta, pulendo i fagiolini e gettando le teste in un catino di ferro.
"Insomma, noi si sapeva tutto.Da anni.Il patto era che Bernardo, quando avesse avuto voglia e coraggio, ti avrebbe detto tutto, e così è stato.Per proteggerti.Chissà cosa faceva una testa come la tua.Devi capirci, è stato a fin di bene.Mica è stato facile per noi.No, non fare quella faccia, fammi andare avanti.Con le magne abbiamo parlato.Loro avrebbero provveduto a tutto perché Bernardo stesse bene e avesse di che vivere.Sono ricche loro, hanno 4 cascine, ma lo sai.Il fatto è che loro sono imparentate con la madre, e  dove sia lei , questo non posso dirlo.Quando andranno in cielo, e non manca molto con gli anni e le sciatiche che hanno, quella roba sarà di Bernardo.E tua.
Quindi stasera vai lì, ascolti e non fai le tue solite piazzate partigiane.Nessuno ti fucilerà e non fucilerai nessuno.Capito?"
Ad Eroe montava una rabbia nera, ancor più vedendo madre che dall'angolo piangeva e continuava ad annuire.
"Perché  questa scenata? Perché questi misteri? Sono o non sono vostro sangue? Cosa potevo fare se non volergli bene come a un figlio?Come e più di quello che avete voluto a me?Se volevate bene davvero dovevate parlare e non tacere.Capisco quel tedesco biondo, ma voi, voi no.
Andrò. Non finisce qui."
Andò a piedi.
Non aveva testa per guidare.
Passeggiare sarebbe servito a pensare, a dar sfogo ed a non arrivare con i bollori in 5 minuti per magari rovinare tutto con una sfuriata.
La sera portava odore di tini e di mosti, la vendemmia era andata bene quell'anno e Andrea pensava al buon vino che si sarebbe bevuto all'osteria di Luigi, su a La Morra.
Ci sarebbe stato da bere proprio due dita in quel momento, per non pensare e non agitare, per vedere chiaro con la vista annebbiata.
La piazza del pascolo si apriva come le gambe di una donna e faceva piacere buttarcisi dentro in quegli odori di vino e di tannino delle industrie.
Nessuno girava a quell'ora, essendo ora di cena e di piedi fermi sotto al tavolo.
Eroe sentiva il solito formicolio di quando devi essere attento e con occhi dritti, perché pur essendo solo donne erano le magne di Bernardo e sapendone una più del diavolo su tutto e tutti conoscevano di lui vita e miracoli.
Entrando nel fresco della campagna Eroe ebbe un brivido.
Già le luci della città erano un lontano brulichio, quando udì lo scoppiettare di un motore.
Era Tale della Tagliata che con la sua vecchia BSA tornava a casa con le ceste vuote.
Vedendolo, lo riconobbe e volle a tutti i costi dargli un passaggio.
Attaccato al vecchio giaccone di pelle , sobbalzando sui ciottoli della stradina, Andrea pensò a quanto era che non sentiva il freddo della notte assieme ad un motore, ad un amico, ad un osteria da prendere di mira.
Avere venti anni, pensò.
Ma ecco che già  l'aia si faceva sotto le ruote spesse e fruste del BSA e con un cenno Tale salutò, la segala tra i denti neri.
Le vecchie, sospettose com'erano, avevano già aperto la porta e guardavano con sdegno e disapprovazione Eroe che si puliva i calzoni con una mano.
"Vecchie bagasce "pensava sorridendole.
"Buonasera" risposero loro nette e crude.
L'aria nella casa sapeva di mele e umido, dalla scalinata subito di fronte tirarono a destra , dove il fuoco scoppiettava allegro e quattro tazze di caffè fumavano liete sul tavolo.
"E allora."
"E allora ditemi voi.Bernardo mi ha detto di venire ed eccomi qui.Avanti, sono pronto, ho fatto la guerra."
"Sappiamo, sappiamo.ma qui non si tratta di fare guerre o ammazzare gente.Si tratta dell'avvenire.
Se era per noi si poteva benissimo andare avanti come sempre.Ma questo ragazzo si fissa che dobbiamo parlare e parlare e andare a fondo delle cose.Mah.Tempi di oggi dove i vecchi si sorpassano senza ritegni."
"Cosa volete da me?"
"Bernardo vuole che tu sappia come sono andate le cose.Perchè, non lo sappiamo neanche noi.Chi era la madre lo sai , no?Questo almeno, lo sai?"
"Si capisce.Mai più vista."
"Cosa che non sai è che prima della  guerra, dopo che coi suoi è andata in una cascina dalle parti  di Pavia, è scappata il mese dopo  a Milano con un bel capomanipolo, il Guerra..Solo  due mesi dopo si è accorta del fatto, ed è tornata di nascosto qui in cascina a metterlo al mondo.Figurarsi il Guerra, l'avrebbe eliminato subito, ma lei...La conoscevi no?
"Vai avanti."
"E allora esce al mondo Bernardo e subito sembra che lo vogliono tenere.Poi salta su una vecchia che si scopre essere la madre del Guerra che lo minaccia davanti a tutti se porta a casa un bastardo, già la storia di una di 16 anni con uno di 40 la inviperiva, ma altri tempi.In due ore avevano deciso, con lui che scappava con l'autista a Milano e lei in lacrime di sopra.Basta: appena svezzato lo ha lasciato qui rimandando sempre il momento di venirti a cercare.Ti avrà scritto cinquanta lettere che non ha mai avuto il coraggio di portare, ma neanche di bruciarle.Era una bambina, ancora, non potevo dirle nulla.Le aveva nascoste sotto un mattone di sopra.Dove due anni fa Bernardo le ha trovate."
"Che ne è stato di lei?"
"Mai più tornata.Quel fascista la teneva sotto chiave dopo averla sposata, l'anno dopo.Solo una volta è passata tutta ingioiellata della festa , come una foresta qualsiasi, per comprare delle uova.Vedendola mi è venuto un colpo ma lei con gli occhi mi ha guardato come la morte, come a dire Zitta o Muori!.Bernardo era fuori nel fosso che giocava con le rane , ma lei dopo uno sguardo se ne è andata.Dicono che durante la guerra facesse  la spia sulle montagne e che un partigiano l'abbia scorciata assieme a delle altre, nel '44."
"Non fu nei bombardamenti, come mi dissero?"
"No.Se ti avessero detto che era  contro i vostri, uno come te minimo la andava a cercare.E chissà che fine facevi, già ti è andata bene in mezzo a questi boschi."
"Pà e madre sapevano?"
"Gliel' ho detto una volta subito passata la guerra.Il bambino cresceva e finchè c'era guerra nessuno diceva nulla,ma poi una volta arriva il messo comunale e chiede i documenti.Gli faccio: la madre è morta il padre era un fascista, cosa devo dirvi?Basta, voleva un padre e una madre.Allora con tua madre l'aggiustammo col Sindaco che acconsentì a prendere il nostro cognome come zie.Lei voleva dirtelo, ma in quegli anni eri ancora come un mitra, saltavi su per ogni cosa e pensammo che era meglio non dire nulla a nessuno.Meglio, no?"
"Un paio di balle meglio.Potevate dirmelo che si sposava, o quando stavo per crepare, vecchie bagasce.Cosa sono?Un cane?Eh?"
"Primo, hai poco da arrabbiarti.Potevi anche sapere nulla e per noi era meglio.Ma siccome Bernardo ci teneva, ecco fatto.Hai poco da prendertela, se non con te stesso.In fondo è figlio tuo, o no?Secondo, hai solo da guadagnare.Cia era ricca da fare schifo, quel fascista ha rubato Dio solo sa quanto e qui in cascina...."
"Zitta"Stai zitta, piattola !"
"Ma si, giusto che sappia.Bernardo è ricchissimo.Nel '45 la madre del Guerra è passata di qui, mezza impazzita, gli avevano appena fucilato il marito e il figlio.Insomma, passa, entra-era seduta dove siamo ora ,mi sembra di vederla- e fa: sono sola al mondo.Non ho eredi.Tra poco morirò, sto male.Prendete, a voi servirà di più.E tira fuori una valigia.A tutta prima non faccio caso, tanto aveva gli occhi stralunati.Mi bacia sulle guance e se ne va.Io, apro e guardo: in quella borsa c'erano ,se va bene, tre chili d'oro.Lingotti.Oro: capisci?"
"Morissi e ti venisse un accidente..."
"Stai zitta, ormai è dentro.Insomma, lo nascondo in soffitta sotto una trave marcia e lo lascio lì.Neanche Bernardo lo sa.Ma quell'oro, mi son detta, sarebbe servito a Bernardo a farsi una vita, una famiglia.Dipende anche da te, adesso."
"Perché Bernardo non lo sa? Perché non lo avete mandato a studiare?"
"Quel tedesco? avrebbe bruciato non solo i libri, ma la scuola intera...però è un buon ciclista, quella è la sua strada.E la tua a quel che ne so.Che intendi fare?"
"Voglio sapere.Non credo ancora  a tutte queste morti.Ai miei potevi anche contarla, son vecchi e ingenui.Ma io ho fatto la guerra, ho ammazzato.Tu sai cose che devi dirmi, stasera.Voglio sapere."
"Da qualcuno deve aver  preso quel tedesco..sei proprio sicuro ?Non son belle cose."
"Si.Se sai qualcosa parla."
"Dopo.Dopo il caffè.Abbiamo già fatto troppe parole e ho la bocca asciutta."






















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