martedì 21 luglio 2015

la pioggia è gioia.


Dal nulla si materializzò Bernardo, che aveva sentito tutto nell’altra stanza.

Di colpo parve che le luci si fossero abbassate ed Eroe sentì un brivido freddo lungo la schiena, come quando i cantastorie nella stalla, anni prima, raccontavano di masche e briganti e lui si nascondeva nella sottana della mamma.

Vuoi davvero sapere della fine di tua madre? Vah che lo sai, sai tutto tu, anche se non ti si dice nulla.Tedesco.Mah, gioventù d’oggi.Tu invece, non la prenderai bene, ma Piera mi dice che se non te lo racconto ne farai una malattia.Allora vuoi saperlo davvero?”

Parla.”

Si fa presto a dire.Neta era moglie del Guerra che era fascistone sulla carta , ma di politica capiva e voleva capirne poco.Bastava mangiare a lui.Bene, su questo i due si intendevano, e non fu difficile durante la guerra a lui fare soldi e a lei cercare di difendere voi partigiani.."
"Difendere?Quale difendere?"
"Sei l'unico ormai a non capirlo, sei anche un Eroe ma di sicuro un ingenuo come pochi.Bernardo lo sa bene perché è morta sua madre, per quello per tanto tempo non ti ha cercato, anche quando sapeva già tutto..."
"Vuoi che lo dica io? Ho letto le lettere, so tutto."
"Ma si, parla un po'te, demonio impestato.."
"In quei giorni avrò avuto 8 anni e giocavo nei fossi , a cercare rane.Veniva da me qualche volta Michè il muratore, che allora era più grande di me di 4 anni.Parlavamo poco, ma ci capivamo.Capirai, io vivevo qui senza padre né madre, a lui mancava una madre e il padre era sempre ciucco.Ad ogni modo, in quel tempo  madre si adoperava per fare sapere ai partigiani delle informazioni utili a fare imboscate e robe così.Di politica non me ne intendo e mai ne voglio sapere.
Tra i nomi che il Guerra gli aveva dato c'era anche il tuo, una bella volta.
Basta.Parte sprombatata con la Topolino e cerca di venire da noi , ma poco dopo Alessandria una pattuglia tedesca la ferma .Non dovrebbe avere paura di nulla, è la moglie di un gerarca, ma quelli non la bevono e cercano di trattenerla.Lei scappa, aveva anche un po' di carattere, e, non chiedermi come, riesce a fargliela ai crucchi.
Arriva a notte al Comando di Cuneo e riesce a far sapere cosa doveva.Ma il comando teme un tradimento e allora vorrebbero quasi impallinarla.Lei dà da intendere chi è, fa il tuo nome e con quello può ripartire.Ma i crucchi, che poi così fessi non erano, la aspettano su tutte le strade che portano fuori città e proprio prima di Asti la imbrancano.
Sembra che volessero fucilarla lì per lì alla spalletta del ponte, ma un milite scrupoloso vuole portarla via per interrogarla.Qui viene il peggio."
"La uccisero?"
"Magari l'avessero piombata .Sarebbe stata la sua fortuna.La portarno invece al comando, dove per tutta la notte le fecero Dio solo sa cosa.Era forte ma a certe bastardate neanche un Santo resiste.
Basta, rivelò dove eravate .Al mattino lei e un tedesco vennero a Bra e qui convogliarono truppe da Cuneo.Quel giorno te lo ricordi bene, fu quando venne preso Onorino."
"Quel giorno...quel giorno lei era lì?"
"Come no.Se non avesse quasi indicato la strada, l'avrebbero fucilata .E con lei, me."
"Tu? Tu eri..."
"Vennero a prendermi al mattino prestissimo.Le magne furono pestate a sangue e io non piansi un attimo.Piacqui molto al comandante, che mi disse che ero coraggioso e avrebbe voluto lui un ragazzo cosi'.Io sapevo e non sapevo che era la mamma, ma sapevo bene che si andava a finire male.
Ci incamminiamo per il bosco.A un punto spunta fuori uno dei vostri e di colpo mitraglie e spari.
Io mi metto di fianco, accanto al comandante che sembra quasi farmi da scudo.Sei sicuro di voler sentire il resto?"
"Ormai.Mi sembra di vivere un'altra vita.Vai avanti."
"Voi ve la cavate bene, anche se in un attimo siete circondati e spacciati.Da dietro un cespuglio due persone sparano all'impazzata ed è qui che capita cosa non doveva."
"Cosa?"
"Un colpo passa appena sotto il mento di un crucco e va a piantarsi dritto in fronte a lei.Un attimo ed è caduta come un sacco di patate."
"Non è vero.Mi state raccontando delle balle.Mi state dicendo che io avrei ucciso Neta?"
"Tu o qualcuno dei tuoi.Non farti preoccupazione.Era guerra e voi sparavate .Avevate davanti un esercito pronto ad ammazzarvi come bestie.Era la guerra."
"Era la guerra un cavolo.Mi sembra di diventare matto.Giuratemi che non sono balle."
"Ero lì.L'ho vista morire.E sotterrare."
"Dove?"
"Dalla quercia enorme, in cima al crinale.Nessuno l'ha mai dissotterata e anche con le vecchie si è sempre creduto bene di lasciare correre."
Eroe si sentì male , così male da  svenire per la prima volta in vita sua.
Si risvegliò che l'aria sapeva di freddo, con un gusto acido in bocca.
Le vecchie lo avevano riempito di cognac mentre Piera lo schiaffeggiava.
"Guardalo lì l'eroe.Sei vecchio.Ecco cosa sei.Facevamo meglio a non dirti nulla.Vecchio che non sei altro."
Bernardo parlava secco e duro, con uno sguardo che avreste potuto dire indemoniato.
Provava un sottile gusto sadico nel guardare il padre per terra ancora in cimbali.
Lo sapeva da sempre, tutti lo sapevano.
Dietro alla maschera di eroe Andrea nascondeva una debolezza che era peggio di quella delle donne, e quella sera la maschera crollava.
Dal cielo scendevano losne inquietanti e pareva che anche le nuvole volessero piangere quella morte.
Piera aiutava Andrea  a rialzarsi, mentre le vecchie borbottando e ridendo sparivano dentro l'uscio di casa.
Bernardo non lo vide più nessuno, come uno spettro sparì.
"Devo andare a quel bosco, subito."
"Subito? Ma sono le due di notte e sta per piovere.Tu non muovi di qui, dovessi incatenarti."
"Nessuno mi ha mai incatenato.Io ci ero sopra.Chissà quanta gente ci è passato sopra , a quel posto."
"Non puoi farci più niente.Cosa conti di fare?Nemmeno i suoi parenti l'hanno più dissotterrata.
Loro la vogliono dimenticare.Tu la devi dimenticare.Persino Bernardo l'ha dimenticata."
"Bernardo posso capire.Una madre che ti abbandona.Ma io le volevo bene."
"Tu volevi bene a quella bambina di 16 anni.Avessi conosciuto la moglie del Guerra non credo piangeresti così ora."
"Andiamo a casa, che è meglio.Qui non ci devo più stare."
"Vieni da me stasera.Sono sola, è tanto che..."
"Non credo sia il momento giusto."
"A sentire te non è mai il momento giusto.Prendi una volta esempio da Bernardo.Lui si che è un uomo.A 14 anni ha capito come va il mondo.Ecco: lei ti ha lasciato, perché alla fine è questo che è successo, ha messo al mondo un figlio e invece di tornare da te ha sposato per interesse.E ha fatto la fine che doveva fare.Punto.Fine della storia.Ora ci sono io , e non scappo.Ti sto chiedendo di venire da me, passare la notte insieme, parlare, piangere ( e si che ne hai bisogno, o non credevi lo sapessi?) e tu cosa mi dici: lasciar stare.
O eroe! Son anni che lasci stare!Quando comincerai a guardarti in faccia?E non farmi quella faccia, scappi da tutti , dai tuoi, dagli amici, da te stesso, ma da me non scapperai.Stasera tu resti con me."
" E va bene.Andiamo solo.Questo posto sa troppo di morte."
La luna in cielo splendeva come d'estate e rade stelle illuminavano il sentiero.
Eroe vide una bicicletta appoggiata al muro e, con fare meccanico, prese a palpare le gomme.
" Tengono ancora"
"Cosa vuoi fare? è del fattore..."
"Me ne frego.Sono stanco .Su, bella gatta, vieni qui."
Piera salì sulla canna e, quasi a dimenticare per un momento il passato, si avviarono lesti per la stradina.Con loro il rumore famigliare della dinamo che sfregolava sul copertone, e una coperta di frescura ad avvolgerli.
"Quando ti fermi sotto casa non fare rumore.I vicini....".



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