mercoledì 7 novembre 2007

Ciclobacchetta e..esistenzialismo.


L'altro giorno un passante mi vede tutto indaffarato a smontare una vecchia bici Wolsit del '23, e mi guarda con aria di commiserazione.

Avesse potuto mi portava dal primo concessionario e mi comperava una bici nuova, pur di non assistere a quel lavoro disumano.

Mi guarda e mi chiede:

"Ma perchè sta tutte le mattine al freddo a trafficare con quegli arnesi?Li rivende?Ci guadagna, almeno?"

E io a rispondergli che no, non ci guadagno, anzi!, lo faccio per passione e per nessun altro motivo.

Il passante annuisce con la solita commiserazione, e se ne va.

Ma non se ne va in me l'Idea.

Appunto: perchè?

L'idea della passione non attacca più in me da anni.

E si che ne ho messa e ne metto tanta, ancora, ma non basta più.

Allora mollo un attimo la Wolsit e salgo a leggere qualcosa.

Ecco cosa dice il mio amico Sartre, in un passo dell'"Essere e il nulla":


"Gli oggetti che costituiscono il mondo sono dunque in-sé. Essi mi sono "trascendenti". In sé non hanno significato, né carattere né proprietà. Ne acquistano quando diventano "per me", quando si presentano come "fenomeno" alla mia coscienza. È per la mia coscienza ch'essi acquistano un senso, un'intelligibilità; per essa vengono all'esistenza. E il loro "esser per me" si risolve nell'essere "miei utensili", strumenti del mio progetto esistenziale, delle mie scelte, della mia libertà. Utensili senza una funzione propria, specifica; infatti possono assumere molteplici funzioni proprio in relazione al mio progetto"


In altre parole, per il Mondo di quel signore commiserante, le mie biciclette non hanno alcun senso, se non come pezzi di ferro da rivendere al ferrattiere.

Nel mio, e se Dio vuole anche in quello di qualche malato par mio, ne hanno eccome.

Ne hanno in quanto scelta di mia libera volontà di autoderminazione, di barriera alle mie angosce esistenziali, di scelta umanitaria di rimembranza e di salvataggio del Passato che sfugge.

Dando un senso al mio Presente.

Senza contare le quattro chiacchere commiserevoli dei passanti.

Umanitarie anch'esse, nel limiti del possibile.

4 commenti:

la rochelle ha detto...

mi piace la tua riflessione gale, ma soprattutto l'orgoglio con cui rivendichi la tua ciclodiversità

enricob ha detto...

io amo quei pezzi di ferro arrugginiti!!

Anonimo ha detto...

Ciao Andrea,complimenti per il binomio bici-esistenzialismo,anche se in modo diverso anche io riesco spesso a viverlo,quando cerco di dare un senso a quello che faccio,per quanto difficile possa essere farlo.

Anonimo ha detto...

ciao, ho trovato una vecchia wolsit.. come faccio a sapere di che anno è?
monta mozzi FB, ha il carter diviso a metà..
mi sapreste anche dire come posso trovare altre informazioni sulle wolsit?