giovedì 4 ottobre 2007

Egoismi notturni.


Ti vedo.


Nella penombra della stanza umida e calda il tuo cuore ribolle sotto un telo.


La testa scoppia fragorosa nel tumulto e nell'impeto del ricordo.


Non resisti più, una smorfia ti tradisce.


I chilometri si dilatano, siamo accanto.


Ripensi a quell'ultima notte sul palquet tra il silenzio della campagna.


Intanto qualcosa si muove e la smorfia si fa più viva.


Le mie labbra sul tuo corpo, sui tuoi seni, sul tuo ombelico inferriato.


Ansimi, gemi, nessuno può carpirti ora.


Il mio corpo è sul tuo.


In te.


Nell'ultimo lampo riesci a cogliere il mio abbraccio che ti stringe furioso.


Qualcuno deve averti sentito, ma non te ne curi.


La felicità è egoista, sempre.


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