lunedì 27 ottobre 2014

Amerio La balloncina, la resurrezione

Anni fa avevo portato a casa due ammassi di ruggine e legno.
Stavano per fare una brutta fine e reclamavano attenzione.
Per alcuni anni sono state speranzose in un angolo della boita, vedendo transitare moto e bici sul tavolo operatorio.
Poi, un giorno di fine estate, mi dico che quel legno deve essere recuperato.
Che è un'Amerio, e che fu una delle bici più rappresentative degli anni 30.
Insomma, via col restauro.

E allora si smonta e si spazzola e ...si pensa se riverniciare o...mantenere la sua storia di intemperia.
Una passata di cera, un'occhiata, ed è stato subito amore.
Sui cerchi ho lavorato delle belle sere, improvvisandomi falegname.
In alcuni punti l'umido aveva scollato gli strati: sono intervenuto con ampi inserti di colla vinavil e...attak.

Una centrata ai raggi con garbo, per non squassare tutto, e infine...un impregnante color Noce a rendere uniforme e piacevole il fasciame.
Una bella oliata ai Mozzi Amerio tipo sportivo con fascetta al centro e ...via che si corre!
I pedali sono ancora i suoi, a barra unica Amerio e a 6 gomme bianche.
A completare un tocco di classe con un paratubo NOS in lamierino.
rimane l'attacco pel seggiolino da bimbo, in alluminio: a quando il seggiolino?
Notevole la gemma posteriore in vetro, regolabile tramite un'asolina e due viti in altezza.
Finezze del bel tempo che fu!
Pedalare ora.
Piano, senza fretta e senza buche: i cerchi sembrano tenere in piedi il robusto ferro incerato, ma occhio: basterebbe un nulla a vedere distrutto il bel lavoro!
Notevole il manubrio ancora ricoperto della sua celluloide nera, tipico retaggi degli anni '20 nei quali la Maino fasciava spesso e volentieri le sue creazioni.

Due manopole in osso in due pezzi completano i superstiti manopolini, che comandano freni interni ancora ben scorrevoli.
Un tocco di misticismo ce lo offre la Madonna ancorata al canotto,
 a supplire alle possibili bestemmie dovute ad una salita sulla quale spingere i quasi 20 kg di ferro e legno su copertoni 26 3/4 5/8 X2.
La sella Italia originale reclamava cure: ecco un bel coprisella NOS modello Donna anni 30 per proteggere le terga dal pungere delle molle redivive:

E pazienza se a qualcuno questa apparirà come una bici ancora da restauro.

Io e lei sappiamo il lavoro fatto e sorridendo ci guardiamo: lei nei miei occhi e io nel suo Dansi a cipolla.
Verrà la notte e verranno più sereni riposi:nel mio letto io, sopra di me  nella collezione, lei.




( Venitela a vedere con le sue sorelle , vi aspetta!)







2 commenti:

Unknown ha detto...

ottima restaurazione conservativa e che mezzo! ma dove l'avete scovata?

http://restauracicli.netsons.org

Anonimo ha detto...

i commenti sono piu di uno e tutti sgomitano per primeggiare senza riuscirci..bella e che invidia!!! di quella sana

giambattista