mercoledì 5 novembre 2014

Moncherina, la bici dello zoppo








L'amico Gaetano mi chiamò giorni addietro per mostrarmi una bici ben particolare: carter a sinistra!
Incuriosito mi spinsi ad osservare lo strano cimelio e dopo una sommaria occhiata giunsi alla spiegazione: era una bici da zoppo!
Infatti di primo acchito mi saltarono agli occhi le pedivelle sfasate: una sola girava!
L'altra  era fissa e serviva solo da appoggio alla protesi o alla gamba offesa.
Il carter era stato spostato a sinistra direttamente dal ciclista Conte ( la decalca è posizionata per il verso giusto) .
L'unica pedivella va a comandare un pignone fisso montato su un antico mozzo Monviso predisposto per la bisogna ( doppio filetto per avere la possibilità di stringere il pignone con una ghiera).
Il lato destro del movimento centrale, a differenza di altre bici simili montate più...rocambolescamente, ospita una ghiera dedicata e un raro coprichiavella della Paioli ( ditta che poi diverrà famosa per la costruzione di forcelle per moto)
La bici è stata sfruttata pochissimo, prova ne è l'ancor ottima verniciatura e le gomme quasi intonse dopo quasi 60 anni.Ho provato a pedalarla: sorprendentemente la pedalata è fluida e il pignone fisso aiuta l'unica gamba in..movimento a superare la risalita.
Dove invece mi son trovato spiazzato ...è stato in salita, non potendo contare sulla forza di ambo le pedivelle.
Questa bici, al di là della curiosità intrinseca, è un documento storico molto importante, in quanto testimonia la volontà di superare un handicap allora ben più diffuso ( si era a  pochi anni dalla fine della guerra) con i mezzi e gli ingegni che il tempo di allora concedeva: meritatissimo quindi il suo angolino assieme alle altre sorelle esposte!




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