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Nadin Bergunsola e Gipi l'bel avevano poco da fare in quel torrido luglio del 1950, per le vie di Bra.
Si che tra poco cominciavano le sagre paesane piene di belle figliole e vino a litri, ma per combattere come si deve quelle tre del pomeriggio afoso braidese, pieni di vita e senza un picchino in tasca, serviva fantasia e molto coraggio.
"Farei un giro al San matteo, all'osteria del Barbabuc.Servono angurie fresche e cocacola."
"Fottiti. Parlami di angurie e cocacola sotto sto caldo.Chi paga poi?"
"Bertu dla Mota.Siamo amici. Sicuro, paga lui. Aggiustiamo poi noi.Solo, arrivarci."
"Arrivarci."
Ora, per chi non è di Bra, serve sapere che San Matteo è una frazione in collina molto bella, con chiesetta e osteria, ma così in cima che se non avete macchina o motocicletta, dovete avere per forza buoni plomoni per spingere come dannati sui pedali della bicicletta o armarvi di santa pazienza per fare i sei tornanti ripidissimi.
"Avere una bici."
"La mia l'ho prestata a Cecu. mai più vista, nè lei nè cecu."
"Chi ha bici a quest'ora?"
"Burdeìs.andiamo dal ciclista."
"Col cavolo.Gli devo ancora due riparazioni di gomme.Se mi vede mi impicca"
"Tu vieni con me e stai zitto."
La piazza era calda e deserta, l'aria sapeva di polvere e le piante del viale promettevano frescura e refrigerio.Dalle officine venivano i rintocchi dei martelli dei fabbri e dei conciapelle, che di li a poco avrebbero fatto la merenda con due spanne di salsiccia e il mès liter.
Il ciclista BUrdeìs era chino su una balloncina intento alla bestemmia , i cavallotti dei freni non tornavano e il cliente si era già lamentato più di una volta.
Dopotutto sul canotto c'era il suo nome e non voleva sfigurare, una bici di 10 anni appena, che figure.
Come li vide alzò appena lo sguuardo, ammiccando al debitore.
"Burdeìs, il mio amico qui vuole pagarti..."
Alla parola pagare , tanto Nadin quanto Burdeis fecero tanto d'occhi.
Nadin come a dire Diocristo, ma se non ho una lira in tasca, Burdeìs solo stupito, ma divertito anche, sicuro, un diversivo in quella calura dannatissima.
"Paga nadìn, come prendi la paga tutte le volte che sali su una bici".
Nadìn, che era squattrinato ma furbo, capì al volo.
"ma stai bravo, che non stai in piedi manco con una bastone di diecimila .fanfluù, fafiochè..."
Gli insulti volavano sempre più accesi, menter il divertito Burdeìs, assisteva seduto sullo sgabello unto.
"Pistola d'un balengo, avessi qui una bella Bianchi vedi come te suono.Pieno di zuppa, tu."
"Su su , state bravi. Ho giusto bisogno che qualcuno provi questa ballonetta.allora, Nadìn prendila.
E tu, Gipi, vediamo se parli ancora mentre pedali questa.Diocristo, una Bianchi nuova di pacca, del 49.Fammi una riga e te la faccio mangiare."
"Ci saranno cinquecento metri da qui al distributore al fondo?"
"Sicuro.Fate i bravi, mettetevi in riga"
"Gli faccio mangiare la polvere a questo badola.dagli 100 metri di vantaggio.Su!!"
A nulla valsero le richieste.
Mentre Burdeìs li metteva in riga e dava il via,i due partvano come forsennati ,come inseguiti da un demonio .
"Sei poi tu che ci hai dato il via!"
Divertito, Burdeìs decise di sedersi al fresco per aspettare meglio.
Ancora dopo un'ora la piazza era calda e secca , col sole alto che bruciava gli infissi in legno e mandava in alto la fragranza dell'olio sparso a terra.