martedì 29 dicembre 2009

Auguri (e figli maschi)


L'anno nuovo è ormai alle porte, si tirano le somme e si fanno i bilanci del conto passione /portamonete, ovviamente correlati in maniera inversamente proprzionale.
Come per tanti altri amici è stato un anno appassionante, ricco di scoperte, restauri, nuovi amici e conoscenza.
L'ultimo carciofetto arrivato, un povero Demm 48 del '57, modello Sport, sembra implorare un anno meno ricco di umidità e pioggia, che sarebbero fatali all'ultimo millesimo di ferro buono rimasto..
Proprio insieme a lui, con le altre centinaia di biciclette e moto che tutti abbiamo, o che ancora restano da scoprire nel buio di qualche cantina, colgo l'occasione di augurare un 2010 altrettanto ricco e bello, e , perchè no?, tanti figli maschi continuatori della passione che ci accomuna.
Per quel che mi riguarda , abbisognerei almeno di una squadretta , per finire in tempo utile i lavori in sospeso..
A tutti voi, buon anno e grazie per la compagnia e le informazioni scambiate.
E...occhio alle intossicazioni da ruggine: in questi giorni di galaverna, il rischio di lasciare le penne nella boita, è sempre alto!

lunedì 14 dicembre 2009

Maino 1953: in vendita o scambio!


In genere non uso questo spazio per annunci o similia.
Ma questa maino merita anche un po' di luce, per la sua storia.
E siccome decido di separarmene poichè tutto non si può tenere, voglio prima parlarne un attimo qui.
Il vecchio proprietario mi dice 1953 l'anno di acquisto, quando nacque la sua unica figlia.
Da allora è sempre stata tenuta "come un bombone" e usata anche dalla moglie per andare al mercato, quando non veniva usata per andare alla CMB, vecchia fabbrica Braidese poi fallita.
Me lo ricordo da bambino , Giuàn, passare col toni (tuta da lavoro qui in Piemonte)e la merenda sul portapacchi, sfrecciando tra le auto al lavoro.
Le gambe non ci sono quasi più ora, e la bici da qualche anno reclama uso.
Uso che i miei mille impegni non mi permettono , ma che auguro a qualcheduno amante del Marchio alessandrino.
Tutta come in origine, mozzi, pedivelle , tutto marcato Maino.
Solo la sella è stata sostuita, quando quella vecchia "perdeva i tòc".
Ripulita e ingrassata a dovere, fila come una sposa.
Se interessa, o se volete barattarla con altre bici, scrivetemi alla mia mail a.galeasso@libero.it
Con l'augurio, mio e di Giuàn, che torni a rullare presto da qualche parte.

lunedì 30 novembre 2009

Nosografia


Un fugace scambio di battute sul post precedente , mi porta a riflettere ancora una volta sul perchè del collezionismo, in questo caso di biciclette.
L'amico mi diceva di collezionisti con bici e bici ammassate su cui nessuno probabilmente metterà le mani.
Io sono tra questi, anche se sulle mie, le mani, le ho messe.
Su tutte.
E ce le metterò, in futuro.
E le userò.
E troveranno degna locazione, forse museale, se la vita me lo concederà.
Concordo appieno sul concetto di patologia: c'è del malato, nosograficamente parlando, nel raccogliere con una certa ostinazione e sistematicità, oggetti che differiscono tra loro per minime variazioni.
Di bici, in teoria ne basta una.
Al massimo due, se anche la moglie viene con noi.
Io mi trovo ad averne quasi 200.
Oltre a quasi altrettante motociclette.
Scrissi qualche tempo fa la mia considerazione esistenzialista sulla faccenda (è il mio credo).
Oggi posso aggiungere, oltre a ciò, la questione didattica.
Per me un oggetto, oltre all'indubbio lato pratico, rappresenta una forma di investimento didattico .
Quando iniziai a raccogliere bici, non sapevo alla perfezione ciò che raccoglievo, ma lo mettevo da parte, in attesa di documentazione, o altri modelli per raffronto.
Avendo ora di alcuni modelli la collezione completa, posso riflettere sulla storia di una Casa, le modifiche a cui son state sottoposte nel tempo.
Questo è ciò che io chiamo cultura.
Se poi tutto ciò si può trasformare in un investimento di moneta, tanto meglio!
è quando vale solo l'ultima cosa che il collezionare perde importanza.
La mia smania la definirei quindi in senso lato possessiva: bramo possedere cultura, condividerla(le foto su flikr, questi post..).
Condivido la necessità di manutenzione , mai detto il contrario.
Ma lavorando da mane a sera su questioni altre che riguardano l'umana sfera , trovo appena il tempo per l'ordinaria manutenzione, che comunque mi porta alla fine a poter utilizzare tutte le mie creaturine , con una certa sicurezza.
Verissimo, la ruggine va combattuta, sempre.
Anche se io la vivo maggiormente come un plusvalore, quando minima, che il tempo e la Storia hanno posato perchè quell'oggetto ci dicesse: io ho vissuto.
E che in taluni casi trovo delittuoso distruggere a suon di sabbiature, ferox, vernici e chi più ne ha più ne metta.
Ma qui la parola si perda, e faccia luogo a un salutare suon di spazzola e stridor di viti...

martedì 24 novembre 2009

Per gioco.



Tutto ciò che faccio di bello nella vita, come spero anche voialtri, lo faccio in genere per divertimento e per gioco.
Il mio mestiere di Psicologo, lo scrivere, il raccogliere e restaurare bici .
Se non provo almeno un briciolo di divertimento, passo .
Ora succede che a volte il demone del gioco prenda nei momenti più disparati e nei casi più bizzarri.
Mettete una Legnano priva degli orpelli Legnano, come carter, mozzi, pedivelle etc, ridotta allo stato di rottame.
Mettetele anche un manubrio bello stortignaccolo da raddrizzare.
Mettete il cassetto dei ricambi Legnano bello imballato, con tanto di fanale posteriore marcato e carter a mezza pistola aperto.
Mettete tutto questo insieme ed ecco la madamina in foto qui sopra.
Tocco finale , lo splendido stemma di ottone sul cannotto di sterzo e una coppia dinamo faro marcati Aprilia.
Modesto valore storico, alto di uso(fila che è una meraviglia).
Ma volete mettere la soddisfazione di averne salvata un'altra?
Per gioco, ovviamente.

giovedì 19 novembre 2009

Comandamenti


Devo darmi dei comandamenti.
Così non si va avanti.
Quando si prendono biciclette con lo scopo di barattarle con altre , oppure di venderle per monetizzare altri acquisti(ovvio), o riprendersi almeno i quattrini già spesi(meno ovvio), non dovremmmo intenerirci più di tanto.
IL primo è di sicuro "NON PULIRLE"
Ma come si fa a non togliere nemmeno un po'di polvere o di grasso colato?
Come si fa almeno a non gonfiare le gomme?
Eh già, poi sembra troppo brutta, presenta male e via di seguito...
Ma quando si decide di rismontare tutto e lucidare a specchio, cari miei siamo fregati.
Il tarlo della passione e dell'amore, già ipertrofizzato da anni di collezione, ci mangia in pieno..
E non vuoi regolare la bacchetta?Che dire di quel raggio allentato?Il cambio gratta..
Fin qui potremmo ancora salvarci(mah?),anche se credo che la cosa peggiore sia..PROVARLA!
Dunque secondo comandamento: NON PROVATELE!
"Oh ma come va bene!Guarda che rullante!Dio come cambia bene,questo modello mi manca proprio, ha il colore leggermente più scuro delle altre cinque uguali ..(!)!"...
Ormai siam cascati in pieno nella morsa del desiderio, a questo punto la bici esce dal garage e entra direttamente in collezione , magari con una Brooks nuova comperata in Olanda.
Tutto ciò, e molto altro, mi succede in questi giorni con la Raleigh Roadster presa dall'amico Paolo, che doveva servire da merce di scambio per pregiata ruggine.
Riuscirò nell'impresa ?
Nel dubbio, consiglio a tutti paraocchi e ferrei comandamenti..

venerdì 23 ottobre 2009

Bianchi Z 1930



Nelle ultime chilate di ruggine, ecco che dietro a un cumulo di porte e un kayak(!!!!)mi imbatto in questa creazione dell'amato Marchio di Viale degli Abruzzi, Milano.
Riconosciuta la marca dall' impianto frenante e dalla corona inconfondibile, carico sulla povera 500 anche lei, insieme alle altre quattro sorelle e ripartiamo allegri per la montagna, fidanzata e cane incluso..
Tornato alle mie salubri colline e all'incasinato garagino, d'acchito noto il manubrio sostituito e un orrendo carter a pistola mezzo marcio.
La cosa che più mi fa ribrezzo sono i parafanghi , che m'han riacceso da subito l'antico istinto parafaghicida.
Smontata la prima vite per eliminare l'obbrobrio, mi accorgo però di un grazioso filetto che spunta dalla ruggine, in tinta col filetto che corre sui tubi del telaio.
Noto con più attenzione la costina che corre in mezzo, e subito il ricordo va ai parafanghi Bianchi anni 40.
Fantasie?Sogni?Mah,bha, mah.. nel dubbio decido quindi di postare delle foto come ritrovata e chiedere aiuto agli amici bianchisti e non..
Sul catalogo Bianchi 1930(questa la data sul movimento centrale), appaiono parafanghini senza accenno alcuno di carenatura, e credo che così fossero, ma...mai dire mai..a voi dunque le sentenze..
Credete sia finita qui?
Ma anche no, cari amici, le pedivelle infatti, pur mantenendo la stessa foggia delle Bianchi, ...non sono marcate!!
Smonta e svita ed..eccoti un bel C1 30-31 punzonato e rupunzonato dietro!
Anche qui..chi ne sa di più??
Graditi pareri e ...un premio a chi svela l'arcano !!!s

mercoledì 7 ottobre 2009

Per amore


L'ho vista per anni appoggiata al muro di una cascina, andando a Torino.
Proprio sulla strada.
Per più di 10 anni mi son sempre ripromesso di fermarmi, di salvarla.
Lo ha fatto lei, per me.
Lei, l'ho vista cinque minuti soltanto, e mi son bastati.
Alta , bionda bellissima, Linda.
Rugginosa, bloccata alla morte, Benotto.
Un regalo inaspettato per il nostro mesiversario, gli interni di una Pandina nuova, ben rovinati.
Ruggine che si aggiunge alla ruggine, intesa che si aggiunge alla complicità.
Per amore biciclettaro,per amore di te.

giovedì 1 ottobre 2009

Campione d'Italia!



Questo tipo di bici, in genere, le snobbo.
Son fatto così, certe categorie non le guardo nemmeno e , se mi capitano, smonto o baratto senza pietà.
Anche stavolta stavo per voltarmi, ma alcuni particolari mi hanno colpito assai.
"Bianchi, campione d'Italia".
Campanello Bianchi.
Manubrio(ricromato!!!) Bianchi con mega pataccone da Mod. Super.
Dinamo e faro Bianchi, mai visti prima.
Eppoi quei mozzi e quel cambio marcati Campagnolo, che anche chi, come me, crede che il cambio nella bici serva a barattare qualcosa, mi ha colpito.
Le pedivelle mi dicono 1963, mi stupisce pensare che ancora in quegli anni la Bianchi producesse robetta tanto raffinata , in pieno boom economico.
Insomma,tanto ho pensato che, tolti i due sganci rapidi alle ruote,e sganciati i fermafreno sulle ganasce di alluminio(!), via nel baule!
E già provata!
Fila una meraviglia,il cambio è quello che Dio fece, e anche se non provo l'emozione della bacchetta, credo che la terrò.
Una ripulitina e un'ingrassatina, questa si, ma non troppo.
La vecchia S bis sul cavalletto potrebbe non più volerne sapere di sbloccarsi..

domenica 13 settembre 2009

Lavorare, stanca.


Era in uno dei famosi blocchi che molti collezionisti conoscono(e anche le loro mogli..).
Uno dei blocchi in cui cosa c'è c'è, e se ne capita una seminascosta in un angolo, massì prendi anche quella che me la tolgli.
"Ha il contropedale dietro, l'unica cosa che si salva.Aveva dei bei parafanghi ottone, ma vuoi metterti lì a salvarli?bho, fai te.."
Ruote inchiodate, arrugginite al top.
Copertoni incollati ai parafanghi, dopo i tanti anni al sole e alla pioggia.
Sella vissuta con rattoppi di vestiti vari.
Portatala a casa con altra nobile ferraglia, non so perchè, mi misi a studiare lei sola, lasciando alle blasonate il tempo che verrà.
Smontare ruota dietro, chiave 15, tagliare i raggi, prendere mozzo e buttare?
Uno sguardo.
Quella sella.
Quel manubrio.
La scritta Gnutti su serie sterzo, movimento e mozzo anteriore.
Parafanghi in ottone.
Al diavolo la ragione, la metto sul cavalletto.
E scopro la scritta in caratteri cinesi "Cicli Lamarinara Celio, Asti".
Mandrogna, ovvio.
Con la bella forcella in fusione tipo taurus che mai vite di freneria ha forato.
Lucida, lava smonta rimonta, sruggina , intòssicati, sputa, raddrizza raddrizza raddrizza!,olia olia,ed eccola qui.
Il frutto del signor Celio ancora vivo.
Chi sa cosa ne è stato di lui, del suo lavoro.
Magari qualche amico astigiano ne saprà di più..
Non è più bella e lucida come in quel 1949 ancora caldo di guerra e ricco di voglia di vivere e fare, ma con la sua patina ti parla al primo ammiccamento.
La sella ho voluto che fosse rigorosamente autentica e vissuta, la stessa degli anni in cui, ne son certo, ha portato ussara alla fabbrica il suo operaio.
Che le avrà anche voluto bene, ma la moto o la 500 sono un'altra cosa.
Ora, dopo anni di forzato riposo, una nuova vita l'attende.
In collina, su per le rive, per allenare polpacci che troppo poco scalano rive.
Il contropedale contropedala ancora, la luce illumina fioca le stradine a tiraculo che si perdono intorno a casa, all'imbrunire.
Pedalare da quelle parti, con ferri simili, è fine arte masochista e stakanovista.
Se la ride lei, che sa, e bene, quanto lavorare stanchi.

giovedì 27 agosto 2009

Per Signore (e Signori..)


Quando ti di offrono una moto vecchia, è sempre "come una Guzzi".
Per le bici stessa cosa, è "una vecchia Bianchi".
Vado quindi vaccinatissimo dal casciniere che dice di avere una vecchissima bici Bianchi sulla trebbià(palco in legno soprastante la stalla, in piemonte).
Due chiacchere di circostanza e su per una ripida scaletta in legno, retta solo più dai suoi tarli.
La luce è fioca, come sempre.
Sul fondo, dietro a rottami ferrosi e legnosi non meglio precisati intravedo un debole luccichio, è una gemma!
Le palpitazioni aumentano in modo considerevole, ma è quando il proprietario sposta i tabernacoli che le stanno davanti che mi rendo conto di ciò che mi sta di fronte: una Bianchi da donna degli anni 20!
Inconfondibili i pistoncini di foggia piccola e gli archetti dei freni!
Col cuore in gola assaggio i dettagli, nel buio.
Tutto è originale, eccetto il manubrio sostituito con un tipo largo (confalonieri) negli anni 40.
"La mamma era alta, magari toccava con le gambe, non so, io ero piccolino.."
Filetti, filettini, nichelature, splendida.
Ancora non capisco come si sia potuta conservare in un posto tanto umido..
Persino la sella Brooks lady b19 è perfetta, sotto la coltre di polvere!
Contrattata alla morte e portata a casa a tambur battente, prima di pericolosi ripensamenti nostalgici, è stata sottoposta ad attento restauro conservativo,passando davanti a tutte le altre in attesa..

Guardando i cataloghi forniti dal buon Mayno, scopro essere una Bianchi tipo L, la calotta del movimento parla chiaro: 1925!
Il manubrio è stato ora rimpiazzato con uno simile all'originale, ma posteriore, anni 30,differendo quindi solo per il comando del freno anteriore.
Ma mai dire mai..tra tanti amici e tanta ruggine in giro, tutto è possibile..
Due dita d'olio, una gonfiata(le camere in para tengono che è un piacere!)e la Madamina è pronta all'uso.
Roba per signore,verissimo, ma anche per signori..

sabato 8 agosto 2009

Stanca


Queste mani hanno stretto dita e ferri.
Hanno lavorato e girato pagine, lunghe.
Accarezzato unghie delicate e stretto bulloni tenaci.

Con la gioia dentro
hanno spogliato lei, tra le vigne.

Oggi queste mani sono stanche, affaticate,
vorrebbero riposarsi in un paio di guanti bianchi.
Vorrebbero non vedere, non sentire.
Sanno la vita e sanno che andare avanti, si deve.

Ma queste mani non sanno, e io non so,
perchè la vita sia,
perchè si creda al giorno che viene,
perchè tutto si perda.

sabato 25 luglio 2009

vecchie fatiche


Vecchie fatiche emergono dalla cassetta testè portata in magazzino.
Tutti conoscono l'urgenza di trovare il ricambio , l'ultimo mancante alla nostra beneamata, senza il quale non potremmo mai presentarla in società.
Capita appunto che la mia Bianchi del 25 abbisogni di vetusta pedaleria in gomma, magari B-marcata.
Una chiacchera tira l'altra, si parla di bici, di cascine e tempi moderni, e l'amico tira fuori con noncuranza la cassa di polvere, polvere di stalle.
NOn potevo lasciar scappare l'occasione, troppa storia su quella gomma frusta e consumata, troppo lavoro per mandarla alienata.
Polvere di stalle dicevo, perchè questi sono pedali delle mie parti, quando per andare a fare una telefonata si spingeva,e forte, su di loro, senza pietà.
Pedalate allegre, pedalate frettolose per non mancare al lavoro, pedalate necessarie per superare quelle dannate colline a cui mai si può rinunciare.
Non ho ancora catalogato nulla, l'effluvio sta espandendosi per tutta la boita . Pedalate troppo lontane aspettano il rinnovo:chi sarà il primo?

venerdì 17 luglio 2009

Ultime nubi


Sono da troppi anni che il clima è scuro e grigio, forse anche a causa di ciò il telaio in tubi leggeri ha preso questa tinta.
Come potrebbe essere altrimenti, in quei giorni di sbando?
Eppure alla Maino non si perdono d'animo , e montano le cose rimaste, telai, forcelle, manubri, cerchi.
Non importa che i pezzi non siano proprio corretti, l'importante è correre e scappare, agire.
Cerchi r su una sportiva?ma anche si, però marchiamoli,44, perchè qualcuno possa ricordare che anche in quei giorni tenebrosi si pensa alle cose più allegre.
E coloriamo di rosso la testa della forcella, perchè rosso è il sangue che scorre in questi giorni, troppo.
Parafango bianco come di obbligo, far oscurato e via!, una missione partigiana o solo la fidanzata lontana su una collina, un profumo che non si sente da troppo, forse sarà l'ultima volta.
Chi può dire "domani" in giorni come questi?
E la Maino fa sognare , ti porta e pedala e tu pedali e speri,speri che domani ci sia, e che sia bello per tutti, non importa se parla tedesco o italiano.
Mi piace saperla intatta anche oggi,con i suoi segni terribili.
E se tra le tante foto ho scelto la più scura, un motivo c'è.
Lei è nata tra nubi, le più scure.

mercoledì 8 luglio 2009

La diva


Il color cacchetta appena fatta, certo non le dona assai.
però è originale.
Come i filettini bianchi che corrono dappertutto.
Proprio a causa del colore si è potuta mimetizzare per decenni in un anfratto di qualche pollaio , custodita amorevolmente da galline e galletti, in un tripudio di penne e pula.
Anno 1938,il dado serramanubrio canta ancora forte, freno posteriore interno, a prima vista apparirebbe una Legnano un po' rimaneggiata.
Invece il colore ancora lustro e i filetti, nonchè le decals sbiadite "ciclo Diva" riportano all'anteguerra e al gruppo EMilio Bozzi che deteneva appunto la Legnano, Wolsit e Ciclo Diva.
I pedalini a 6 gommini han senz'altro visto la caduta del governo fascista, insieme ai catarifrangenti applicati che la notte parlano più di tante starnazzanti televisioni.
Alluminio nell'impianto Dansi, rigorosamente Autarchico come suggerisce la didascalia sul bordo del posteriore..
Portata a casa dopo una trattativa serratissima (guai a non mercandare, porta malissimo), una gonfiata alle gomme e via!!pronta per il D dei, a cui ha partecipato senza colpo ferire.
Mancanza di tempo, il piacere del conservato autentico, pigrizia pura, scegliete voi: la pula dai raggi ancora non l'ho tolta...

mercoledì 1 luglio 2009

il rinforzino


"Ma cosa te ne fai di questa, che ne hai già 10 uguali?"
Cos' tuona il babbo che si vede invadere per pochi giorni lo spazio vitale dell'angusto garage dal nuovo arrivo, tosto scaricato dalla cinquecentina.
Ma il buon genitore non sa del Modello Extra della Bianchi, dotato di rinforzo in zona movimento centrale e della finezza dei tubi a giunzioni invisibili...
Forse una modifica per le passeggiate boschive oppure una miglioria per resistere agli usi e agli sforzi più prolungati...
Praticamente un passo sotto la mitica Super extra, la Impero degli anni 50 a bacchette interne!!
Con emozione assaggio i dettagli nel calore del Giugno..Gemma in vetro posteriore, mozzi senza ingrassatore con scritta corsiva,,
Interrogo i pedali,un poco soffocati dalla polvere bisbigliano 1953!
"Guarda babbo , è nata con te!"
"Lo vedi, ne avevi già uno
..."

mercoledì 17 giugno 2009

E-state in Bianchi: notturna???


Poichè molti aderitori del raduno bianchi del 28 Giugno hanno paventato la perplessità del possibile eccessivo calore che il 28 Giugno potrebbe rappresentare, ecco un'idea venutami durante un giretto serale: la notturna.
Il ronzio della dinamo, il gracidare delle ranocchie e il fascio di luce che illumina l'asfalto che si imbrunisce al calar del sole...
Senza contare l'emozione di rivedere le gemme risplendere al chiaro dei fari di chi segue e collaudare finalmente l'utilità dei bei parafanghi bianchi posteriori..
Che ne pensate?
L'idea è il 27 Giugno al tardo pomeriggio...
Aspetto numerosi commenti e proposte...
Intanto regolate bene dinamo e fari..un pluslavoro serale li attende..

mercoledì 10 giugno 2009

28 Giugno:E-state in Bianchi!!




Finalmente un attimo di tregua, tra pazienti da inquadrare e cerchioni da centrare..


Era nella mia mente da molto, a qualcuno ho già accennato.


Dopo il D Dei, penso a un degno successore: il raduno Bianchi.


Aperto a tutte le Bianchi possibili e immaginabili, tutti insieme a tirare piano il freno anteriore per non scentrare il perno e magari qualcuno a dire che la sua bici è senza bacchette,furbone, in sella alla mitica Impero.


Sulla falsariga del D dei, raduno verso le 9, due ciance e via per i campi!!!


Fatemi sapere se il 28 Giugno, domenica, vi puo andare bene e prenotatevi qua nei post!!!


Vi aspetto numerosi!!

lunedì 18 maggio 2009

Scambio di sensazioni.


Penso che alla base di qualsiasi oggetto ci sia alla base un'emozione.

Il collezionismo si spiega in ciò, essenzialmente, oltrechè in base al freddo e algido mercato monetario.

Sicchè se ci sono più persone che desiderano provare l'emozione del possesso, o dell'uso di un determinato oggetto,ne scaturirà di pari passo un maggior valore.

Ora, accade talvolta che un oggetto obiettivamente di valore, di cui siamo venuti in possesso nella maniera più fortuita, non ci trasmetta la benchè minima emozione.

Altri, poco considerati, una miriade.

Queste e molte altre cose pensavo la sera scorsa, quando un grande appassionato par mio mi proponeva in scambio la sua Amerio balloncina nientemeno che per una fiammante Taurus da donna.

Quel fanalone, quel cannotto rosso, quella vernice stinta dall'uso e il nome balloncina inciso in più punti, mi facevano tornare alla mente le mie terre, le storie della mia gente, un passato che sta affondando sempre più.

Tutte queste cose non le sapeva , l'altro appassionato.

Lui guardava il sistema dio frenata taurus e le leve intarsiate.

Non ci volle molto perchè il fatto si consumasse e io restassi con la balloncina nell'aria gelida della langa notturna, a contemplare queste emozioni.

Con trepidazione, la inforcai su per la salita che si perde a tiraculo nella collina, e , con un gesto antico, feci saltare la dinamo regina sul copertone Pirelli stella.

Un grande senso pionieristico mi invase, al vedere il tremulo fascio di luce anticiparmi sull'asfalto e il rullare della dinamo come unico compagno di quella notte.

Pedalai, con furia proprio, sino al vicino camposanto, dove riposano i miei antenati.

Che non sapevano di Taurus o altre marche blasonate,ma di Amerio,Maino, o altre marche locali che io non saprò mai, sapevano di sudore e fatica per guadagnarsi il pane, di buone cose nostre del Piemonte.

Solo allora, mi son reso conto del valore forte e prioritario, sempre, dell'emozione, e il succo di quella pedalata solitaria.

Ancora non me ne rendevo conto, ma insieme al grigio stinto della verniciatura, come molte altre volte, avevo fatto il pieno di sensazioni.

giovedì 7 maggio 2009

Frenata tripla!




Questa Dei mi sta facendo sudare, lo ammetto.


Appena vista, non ci ho capito più nulla..dalla gioia, dall'imbarazzo, dallo stupore..


Innanzitutto la frenata: bacchetta e cavo..mah?


La leva sinistra aziona , integralmente, il freno a bacchetta anteriore e quello posteriore.


Che però è basso, come sulle vecchie anteguerra.


La levetta sul tubo del telaio è a sinistra, mai vista prima.

La leva destra,al manubrio, molto orizzontale, comanda un freno a cavo sulla ruota posteriore, imperniato tra i due forcellini.
Quindi tre freni!!!


Come non bastasse, il mozzo dietro è stato sostituito da un cambio Sturmey archer a tre marce a catenella.


Pedali sportivi marchiati Dei a seghetto.


Qualcuno dirà: che pacioccata!


Invece no!


Nessuna saldatura al manubrio, tutto ben cromato, tubo del telaio orizzontale forato per far passare il cavo, addirittura tondini sul carro posteriore per far passare il cavo del cambio!


A completare l'opera, faro, dinamo, gemma marcati Dei e sella Italia originale, in cuoio.


Ora mi chiedo: una replica anni 60?


Un esperimento del sciur Dei?


Chi ne sa, si faccia avanti..


Come minimo un buon giro domenica questa al D dei se lo merita!!!

mercoledì 29 aprile 2009

Dalle stalle alle stelle




Di nuovo qui a parlare di Umberto Dei!


Povero diavolo, si starà rigirando nella tomba!


Eppure non posso farne a meno, non stavolta.


Di ritorno da una spedizione mobiliera fruttuosa( due tavoli e una madia in noce), sul pick-up non c'era più posto nemmeno per un mozzo.


Tutti trulli e allegri, passando per il minuscolo e annichilente centro abitato di Niella( peto veniam , ma l'effetto su di me, quello è), intravedo un camion del recupero ferro davanti alla chiesa, richiamo per noi bacchettari pari se non superiore a una maggiorata sulla spiaggia di Riccione.


Potevo non farci caso, e, nonostante gli inviti della mia solerte consorte a tirare dritto e accelerare, rallento.
Butto l'occhio tra il fetore e la ruggine e...


Colpo al cuore!


Tra vecchie staggere rattrappite e qualche decametro di filo rugginoso..due manubri!


Col groppo in gola, scorgo primo fra tutti il freno posteriore destro e il mitico marchio sul tubo del telaio: :" è una Dei!!!"urlo in preda alla gioia.


Quasi non faccio caso alla compagna di sventura, una Bianchi da uomo balloncina del 1936 con la sua vernice ancora nerissima e allegra, un bell'impianto luce a cipolla ( vedi album flickr)


Ma sono le 8 di sera e la piazza è deserta, a parte i poveri vecchietti che aspettano solo di finire sotto un camion.


"Puoi lasciare un biglietto e magari ti chiamano"è la soluzione ragionevole della solerte e coscienziosa consorte, che sta per salvarsi da ulteriore ruggine casalinga..


Mai!


"Col rischio che venga pressata?"


Come chiunque di noi avrebbe fatto, prendo a suonare a tutte le case, finchè un nerboruto signore non esce, e con aria compassionevole e ..perplessa, non telefona al de cuius del Camioncino, che sta pranzando dopo una giornata di ferroso lavoro.


Detto fatto, comprate a tambur battente, noto subito l'eccezionale stato di conservazione di entrambe, a parte i cerchioni assai storti.


"Eh, avranno fatto sei sette metri di volo, dalla soffitta al cassone, ma tanto cosa vuoi farci, al massimo recuperi qualche pezzo, il fanale, non vedi che ruggine?"


Con un sorriso, trattengo la furia omicida e comincio a pensare a come caricarle.


L'ultimo problema, per tutti noi appassionati.


Tornando, nello specchietto, scorgo il luccichio dei fari riflesso dalle luci delle auto..


Giurerei che c'e commozione, là dietro..


venerdì 17 aprile 2009

L'Umberta


Che il buon sciur Dei immaginasse che le sue creazioni scorrazzassero allegre per la campagna piemontese negli anni del 2000, posso ancora crederlo.

Ma che il lusso della frenata integrale servisse a fermare in tempo un carico di conigli vivi e galline, magari no.

Eppure questa Umberta, fresca fresca nel mio garage, è servita sino a ieri all'uopo di cui sopra.

"Se cerchi una bici vecchia, ma buona, vai da Ginu al Malabaila, vedi che roba che usa ancora..è una bici Umberta, Vmberta, non so, è scritto con la V come una volta.."

Detto fatto, ma non è stato facile convincere Ginu a separarsene..

I 18 rapporti di una moderna mountain bike ( mai provata in 73 anni!!) hanno però avuto la meglio sull'ancora ottima pedalata di questa Imperiale del 54...

Meno male che l'anziana consorte ha spinto un poco, sennò i poveri cerchioni sarebbero defunti di qui a poco, consumati sulla pauta dell'aia braidese.

Personalmente credo ad altri lidi, ma chissà che la Madonnina applicata a suo tempo sul cannotto non abbia sortito il miracolo?

Nel dubbio, lasciamola ancora lì per un poco..

Rinnovo l'invito a tutti domenica questa 19 Aprile al raduno Dei: chi fosse allergico al coniglio, stia però alla larga da questa Umberta del 54!

venerdì 3 aprile 2009

D Dei: rinviare il 19?


causa probabile maltempo, posticiperei il D Dei al 19 Aprile..potremmo anche rischiare, qualche meteo dà pioggia, altri solo coperto, altri addirittura sole, ma nel dubbio..non vorrei far fare centinaia di chilometri a qualcuno per poi ammirare le dei in garage..o. peggio, fare come il povero tizio nell'immagine!

che ne pensate?lasciate nei commenti le vostre disponibilità o il vostro parere..

per sciur Umberto le nostre dei non saranno abbastanza lustre??

domenica 29 marzo 2009

Affetto e..affari!


Oggi vado a vedere in una stalla, una bicicletta "moolto vecchia"a detta dell'anziana signora che me la propone al telefono.

Gasatissimo, brucio i 15 chilometri sotto la pioggia aspettandomi, come credo la maggior parte di voi, manopole in osso, cerchioni 3/8 e magari la grande marca.

Entrando nel solito odore di pula, sotto cumuli di legname marciscente, i battiti calano da 130 a 65...

"Era di quando ero giovane, ai tempi era bella, ma mettendo la sella, un manubrio e magari due ruote più buone, fila che è un piacere.."

Una vecchia Atala anni 50, anzi, ciò che ne resta, mi guardava guercia dal basso, senza più nemmeno le bacchette dei freni..

A questo punto, non so voi , ma in situazioni di sconforto del genere trovo difficile persino congedarmi,figuriamoci con l'anziana donna che:

"Comprala, comprala, fai un affarone, quando è a posto vale 2 o 3000 euro(!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!ndr), mi dai 100 euro e te la aggiusti!Non fosse che mio nipote non si interessa, non la darei a così poco(!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!ndr2)"

Ora, è giusto dare peso agli affetti, quante volte ho pagato un pelo in più del dovuto belle bici con una storia strappalacrime, oppure mi son state regalate pur di non vederle andare distrutte..ma in questi casi, neppure l'opera pia dello spazzino sarebbe onorevole per tali sudicie mortali reliquie!

Saluto quindi la signora promettendo che ci avrei pensato, che è sicuramente un affare, per non toglierle quel bel sorriso ottuagenario ma furbissimo dal viso rugoso.

A quanti di voi sarà successo una cosa simile?O il grande affare?

Raccontate qualcosa, son davvero curioso.

Divertente, a volte, come gli Affetti si mescolino agli Affari...

giovedì 19 marzo 2009

D Dei: programmino


A grande richiesta degli amici appassionati, provo ora a stilare un programmino del raduno bici Dei e bacchette varie.

L'idea è di ritrovarsi a Bra in prima mattinata e di fare due chiacchere tra le nostre amate (mogli e bacchette...)e di qui partire con lena verso la meta.

Il giro è di circa 20 chilometri, assolutamente in pianura, di cui circa la metà su strada asfaltata in aperta campagna e l'altra su strada bianca .

Qui, riposati dalle fatiche(!) potremo riposare in un praticciuolo confortati dalle vivande che chiedo ad ognuno di portare, secondo le necessità e gusti.

Qualche litro di vino e del buon salame ci sarà senz'altro, ma munite le vostre amate(bici!)di cestino e portapacchi robusti e non scordate qualche plaid alla moda vecchia..ne guadagnerà anche la coreografia..

Satolli ed ebbri..di gioia.. potremo ripartire alla volta di Bra secondo un altro percorso, giusto per variare, e quivi far ritorno alla base.

Per chi se la sentirà ancora, ben volentieri potrà venire alla mitica crota e degustare ..cogli occhi..ancora qualche pezzo di ruggine D.O.C. in quel di La morra.(In auto..orrore!!)

A fine giornata ...sorpresa per tutti gli ospiti!

Colgo l'occasione per rinnovare gli inviti a tutti i possessori di bacchette e ringraziare sin da ora chi si sta prodigando per il buon esito della giornata..

lunedì 16 marzo 2009

D -Dei: siete pronti??


Avete oliato le catene?la frenatura integrale è a posto?mozzi unti?

il D Dei è fissato per domenica 5 aprile, tempo permettendo..

Partiremo tutti alla volta di stardicciuole dimenticate da troppo tempo dai nostri amati Pirelli Stella e ci accamperemo per una salubre merendina sinoira, innaffiata da buoni vinelli..

Questa bacchettata è dedicata alle Dei, ma altri amici con meno nobili blasoni saranno accolti con la stessa simpatia..

Aderite numerosi, le nostre Dei hanno bisogno di compagnia..

venerdì 20 febbraio 2009

Bra, Marzo 1950


Lo scoppiettare allegro e sicuro aveva fatto scendere Neta come un fulmine dal secondo piano, dove stava armeggiando con le pentole per la cena della sera.


Non era solo per il Nino, che da due anni la filava come una sposa.


Il Nino oggi aveva la Gilera.


Era da maggio scorso che risparmiava per poter abbandonare il Paperino e comprare una moto vera, che facesse invidia al Guzzino di Piero, che ormai da mesi portava lui e la morosa a spasso per le colline, facendo invidia a tutto il caseggiato.


Loro compresi.


"Non serve mica andare lontano per volersi bene"si dicevano.


Ma era un bel dire, una bella gita con quella primavera in arrivo sembrava la terra promessa.


E con le diecimila lire al mese di Nino e la voglia di sposarsi e fare matrimonio decente pure, non c'era da scialare.


Ma alla fine la testa dura di Nino aveva avunto il sopravvento.


Che aveva dovuto firmare fior di cambiali da Nuccio, alla stazione, prima di avere la tanto agognata chiavetta.


"La sai portare una moto?Guarda che questa non va a rullo" intimoriva scherzoso Nuccio dalla tuta bianca immacolata, che a vederlo passeggiare davanti l'officina pareva un gendarme.


"Primi cinquecento chilometri mai oltre metà gas, poi falla brandare da magnìn!"


Col cuore in gola aveva percorso ai trentallora la stradina che portava alla Riva, dove abitava lei.


Neta ora ce li aveva davanti, nella prima aria calda del mattino.


Bello lustro lui, con i capelli impomatati e tesi all'indietro da spezzarsi, lucida e fiera lei, con il serbatoio cromato da far male a guardarlo .


Neta è raggiante, questo è un giorno da festeggiare.


Non importa se questi sono gli albori del consumismo, avranno tanti anni e tanta storia da fare per scoprirlo.


Importa che ora sono felici, che saranno piu liberi di muoversi, che Nino tornerà presto la sera e il mare non sarà più la meta irraggiungibile.


Ancora non sa quel gilerino che Neta darà a Nino tre figli, che emigreranno in città e lasceranno quei campi assolati.


Che vedranno posti, mentre lei sonnecchia tranquilla in garage, coperta da un telo.



Che una tragica fine aspetta Neta e anni di solitudine il Nino, che poi deciderà di venderti a me.


Quel che conta è che una mattina così deve essere vissuta, fino in fondo vissuta, con la gioia dei 20 anni e la spensieratezza della riacquistata libertà.


"Dì a madre che stamattina ti porto io al mercato, e che per mezzodì siam di nuovo qua"


Nessun giorno sarebbe mai più stato come quello, nessuno.


" E per una volta, aperitivo al chiosco.Speriamo ci sia anche Piero..."




giovedì 5 febbraio 2009

Focherello nella notte del 5 Febbraio(circolare)


Ecorroecorroecorro e esisto e guardo e piango e tutto corre e guarda e esiste.


Con me.

Come me.



I secoli le ore le energie mi lasciano e vanno a lasciare tracce che qualcuno osserverà.


In lieve tremito lancio onde che qualcuno coglierà.


In sussulti aspiro la vita, in meraviglia.


Atomichevannovengonovannovengonovannovengono.


Muto osservo i tuoi capelli senza fine.


Langue la fiamma, s'infiamma la lingua.


Vorrei saper parlare.


Vorrei saper scrivere.


Ecorroecorroecorroecorroecorro.......


martedì 3 febbraio 2009

La crota



Davvero secoli son passati , da quando il bisnonno costruì questa cantina rubando al tufo e ai gessi lamorresi spazio per maturare i vini pregiati.


Alchimie e misteri celati a tutti, condivisi solo dai muri incrostati e dalla vacua lampadina,che non volle svelare nemmeno al figlio, anche lui impallinato di vini e sapori.


Ancora due "carrere"sono negli angoli e nessuno avrà mai il coraggio di spostarli.


Tra i ragni e la terra smossa dai topi io trascorsi l'infanzia, giocando con antiche damigiane e etichette consunte dall'umido.


Si rspirava voglia e desiderio, nell'aria bagnaticcia e piacevole.


All'antro s' accede tramite una scala ripida, oppure dal garage , tramite due scalinacci impervi e terricciosi.


Dopo anni di vuoto è tornata a riempirsi di passione, di volontà, di ruggine.


Ogni tanto l'acqua bagna i cerchioni e il pavimento, ma non dispiace molto.


Un colpo di spazzola e tutto si metterà a posto.


D'estate è bello ridare vita e lucentezza alle vecchie bacchette tra una chiacchera e l'altra, un sorso e l'altro.


Invito pertanto tutti i cicloappassionati d'altri tempi a fare una scappata e magari una bevuta, appena il tempo lo consente.


Non mi sento troppo solo: ier l'altro ho scorto un ombra furtiva guardare lesto una bicicletta e poi scomparire d'impeto.


Giurerei che c'era un sorriso su quel volto etereo..

sabato 31 gennaio 2009

Mandrogna


La nonna mi diceva sempre di non fidarmi di quella ragazza di Alessandria.

"Non fidarti mai dei mandrogni" mi diceva sulla porta da buona langhetta.

La fidanzata poi sparì, ma non il mio amore per le belle mandrogne.

"Cicli Risotti super Lusso, Incisa" è scritto sul tagliavento in bachelite di questa bella mandrognina.

Quando vidi sotto la neve e la luce fievole di quel cortile i suoi forcellini sottosella e la curva del telaio squisitamente Maino, decisi comunque che doveva essere mia.

Solo quella R del portafanale e una forcella del commercio mi misero in guardia.

E i pedali con la sigla GMA.

Mal che vada troverò una forcella originale, mi dissi.

Magari il bandito Maino voleva mantenersi in incognito, sui pedali.

E invece no, vatti a fidare di 'sti alessandrini.

Mozzi Risotti originali, con oliatore.

Cerchi da 26 x 1/2 ballon.
Sella in vero crine di cavallo.

Guarda cosa ti combinano da un telaio maino e parafanghi con costolatura cromata!

Liscia e scorrevole come l'olio, è in attesa ora di trovare il compagno .

Chi ne sa di più?

Nell'attesa non azzardo uscite impegnative.

"Mai fidarsi...."



venerdì 9 gennaio 2009

D -Dei : il raduno!


E son qua con le lacrime agli occhi e quel magone nel cuore a pensare alle bici che potrei cedere che una vibrata del telefonino mi inchioda alla sedia.
"Si è di quella marca che mi hai detto, Umberto Dei, come nuova , mai usata, sembra appena uscita dalla vetrina.Se vieni in settimana facciamo il blocco ..."
Inutile.
Piove sempre sul bagnato, dirà qualcuno.
Io penso che queste benedette bici abbiano un'anima, a modo loro.
Che sente.
Che vuol vivere.
Che vuol star bene.
Me ne son accorto spesso nei restauri, quando le viti si svitano troppo facilmente o i movimenti prendono a rullare allegri e incuranti della ruggine.
Qualità costruttiva, fortuna, sissisisisisi, va bene.
Epperò sento che c'è qualcosa di più del raccogliere, ammucchiare, ammassare, cedere il posto nella camera da letto per le belle centenarie.
C'è una missione.
Una vocazione.
Un'anima.
Ora lei è nel salotto di casa , la polvere che la copre è appena un manto,non sfiderà le ire dell'operosa fidanzata.
cromature perfette ovunque e decals immacolate.
Una volta in più mi innamoro di questa meccanica e di questa arte che fa battere forte il cuore a più d'un appassionato.
Ammiro i filetti sui cerchi, i pattini rossi ancora nuovi col nome del buon sciùr Dei.
Il B52 mi guarda sornione e contento, col sorriso lucido della sua cromatura ancora perfetta, già lucida sulla parte ripulita.
Mi siedo in poltrona.
La guardo.
Sdegnosa, la Olympia sulla mensola in alto freme d'invidia per la bella vernice nera che brucia ancora allo sguardo.
"Sfido, potrebbe essere tua nipote, è una signorina del '56, non scordartelo!"
E ancora la guardo.
E penso che è bella.
Che fa quasi male vederla.
Che i copertoni Pirelli Stella devono ancora calcare la strada.
E allora, per finire, l'idea:organizzare un bel raduno per bici Dei appena la neve si scioglie e le strade son asciutte.
Quale modo migliore per ritrovare queste anime perse desiderose d'uso?
La data è incerta, il marchio Storico: date della buona biada alle vostre pulderine, la chiamata alle armi si appresta!