16 Novembre, Lunedì.
La mano è scivolata veloce sul taccuino.Il suo numero di cellulare, scritto a penna verde-quello è il solo colore che usa- mi conforta.
Lo guardo e lo riguardo come una strada dalle sbarre di una cella.
Gianna non immagina nulla, anche se le mie ossessioni le sembrano talora eccessive.
Anche quando mi chiede dove sono stato e con chi, non immagina il tradimento: nei suoi occhi vedo la certezza del padrone, del possesso esclusivo e oramai scontato.
Io sono il suo oggetto, ecco.
OGGETTO. Lo scrivo grande, potrebbe essere uno spunto dall'analista.
Due giorni con lei mi sono sembrati un'eternità troppo attesa.
Il tornare in questo ufficio, questa luce neon e la certezza della sudditanza a Gianna bastano a farmi tornare le dannate palpitazioni.
Il taccuino.Il numero.Sto meglio.Lei esiste.Esistiamo insieme.
Nonostante l'impossibilità del caso, queste brevi e fugaci apparizioni mi sorreggono e mi tengono in vita.
Gianna scoppierebbe, o riderebbe, se sapesse quanto sono debole, quanto ignobile:
è forse peccato tradire quando via d'uscita non c'è?
Non credo:non ho sensi di colpa, non rimorsi.
Darei non so cosa per essere libero da questa morsa tentacolare, dai doveri verso Gianna.
E lei parla di matrimonio.
"Mario!Cosa ridi ?"
"Nulla, cara.Pensavo a una barzelletta idiota che ho sentito ieri dal padrone della locanda.Una scemenza."
"Ecco, invece di andare sempre in giro a fare i fattacci tuoi, signorino, potresti anche degnarti di accompagnarmi nei ristoranti.Pensa che ci sono quasi tre milioni uno dall'altro.Robe da matti.Per un rinfresco dopo la cerimonia. Ma tu sudi, amore, non stai mai bene.Andare via ti ha debilitato ancora di più.Chissà cosa hai combinato la sera."
"Nulla.Proprio nulla."
"Oh ma che tono.Non ti conoscessi dubiterei di te.Che sciocco, sei."
"Sciocco, si."
E fottuto, penso tra me e me.
Dopodomani Manuela torna da Milano. Parleremo della faccenda del processo, dei miei vincoli.
e staremo finalmente insieme.Ancora non mi pare vero di aver atteso tanti anni.
Di colpo qualcosa che era in me è uscito dal letargo e rivive allegro, come un sorriso nello stomaco.
Due anni senza lei e ora qualche giorno mi pare l'eternità: è questo l'amore?
Eppure son certo di esserlo stato ai tempi, di Manuela, di Rita, forse di Anna, mai di Gianna.
Ora i dubbi sono fugati.Del tutto.
Non fosse per.....
Ne parlerò con Beppe, con Manuela, forse.
sabato 5 maggio 2007
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