sabato 5 maggio 2007

Monellaccia

L'ho desiderata più di ogni altra cosa al Mondo.Più del primo bacio della mia prima fidanzatina.Più della fine di una seduta dal dentista.Più dell'arrivo della primavera e della fine dell'inverno.Ora è lì, ritta e fiera nel suo garagino, con le cromature che scottano e l'arancio psichedelico che abbaglia.Col suo motore così impossibile da avviare che vale già come antifurto.Col suo rumoraccio irriverente che mi piace tanto e ad ogni accelerata grida :"Libertà!".La Scrambler è qualcosa- o qualcuno- che doveva capitare per forza nella mia vita.Così desiderato che la prima volta che io fui suo non mi parve di toccare il cielo con un dito: era ovvio e lapalissiano che un giorno saremmo stati insieme.Non crediate adesso che la Scrambler vada forte o possa fare fuoristrada come ridere: nossignori, manco questo.Va piano, vibra come un cellulare nel taschino in Chiesa, parte quando ha voglia, ha un motore di una fragilità disarmante, frena così e così.Però è un mito.Una filosofia di vita.Qui la parola cade, si fa meschina, vigliacca nello spiegare quella miriade di sensazioni ed emozioni che una bella strada di curve in Langa, in una giornata di sole, regalano al guidatore( e alla moto) in giornata.Un giretto di mezz' ora un'ora è un antidoto portentoso per una settimana di frustrazione e nervi tesi.E poi è bella.Non puoi andare in giro o lasciarla un momento che subito tre quattro persone la guardano estasiati.Come una donna.Un'amante perfetta.Lunatica, eccentrica, divertente, incredibilmente sexy.Col vantaggio che non tradisce.Quasi mai.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Era una moto dei miei tempi, nata per rompere tibia e perone messi assieme, se non stavi attento il pedale dell'accensione ti rimandava una legnata tanto ! leggendaria per una certa generazione, la rammento bene nei colori più sgargianti, rosso, arancio, giallo, nel mio cuore al terzo posto dopo Norton Commando e KTM regolarità della prima serie.

paracorto