domenica 6 maggio 2007

E allora, e allora, Maestro?

Scorbutico.
Bisbetico.
Tremendamente lunatico.
Può cacciarti per una parola sbagliata.
Non ho ancora capito bene perchè mi abbia accettato.
Forse è questo amore per le moto della sua epoca.
La mia pazienza.
Di sicuro sono un privilegiato.
Se oggi so fare qualcosa su un motore lo devo a lui.
Sembra ieri che ero gagno e lo guardavo con stupore mentre armeggiava e mi rimetteva in moto un motore che mai più avrei sperato.
In cinque minuti.
"Dagli pure un calcio.Aposto. Aposto.Niente è, niente è.." mentre si girava pulendosi le mani.
Mai successo che abbia fallito.
E cogli anni sono venute le moto, i pomeriggi da lui, che ho imparato a conoscere e capire.
Perchè non sempre è ora da Bernardo.
Certe volte meglio sparire.
Altre non si va più via.
E viene fuori la Bra degli anni 50, la sua Bra fatta di Maestri, Generali d' Armata,feste con ballo serali a cui si andava col Motom o con l'Isomoto, "..che moto era l'Iso, Dio Fausto Coppi che moto....", di biciclette antichissime che io adoro, fatte con cura e maestria.
Ogni tanto arriva anche Mighè il muratore o Talìn della Motta e via coi ricordi, mentre lui continua a mettere ordine, anche se dubito finirà mai.
Oppure quando arriva qualche amico per farsi aggiustare la bici, eccolo alzarsi dal tavolo con giornale di due tre mesi fa e, guardando in basso la bici, apostrofare sempre, tutti:"E allora, e allora, Maestro, che diavolo?"
I pomeriggi diventano presto sere, in quel cortile, ad ascoltare, guardare, imparare.
Molto mi ha insegnato, molto gli devo.
Non glielo dirò mai, ma io gli voglio bene.

Nessun commento: