lunedì 27 dicembre 2010
rossocorsa
Gli oggetti, come le persone, ti devono entrare dentro, prima di amarli.
Sennò è menzogna, e mentire a se stessi è il peggior peccato.
Questa simpaticona mi guardava sorniona dal fondo della cantina da più di due anni.
Proviene da un blocco di vecchiette dell'astigiano, e da subito mi accorsi che quel rottamino aveva avuto un passato migliore.
Corona finemente lavorata (tre M la decorano) e forcella da corsa.
Cerchi in ferro con giroruota, mozzi anonimi con oliatore e pedali da corsa.
Dietro le pedivelle un nome, che scotta: Monza.
Sarà il marchio???
Solo il manubrio era divenuto un volgare tubo da passeggio.
Non avendo per le mani ferro migliore, ho provveduto con un bell'Ambrosio Champion anni 40 con tanto di tela usurata.
Una bella catena Way Assauto sport ha sostituito il macinino arrugginito.
Dopo due anni, tutto in tre giorni.
Bisogna sentirle , le cose.
Come quella punzonatura emersa sotto il movimento centrale: PG.
Chi l'è???
Il corridore che l'adoperò?
Mi piace sognare e allora sogno che su quelle ghiere Bs (bollea saluzzo, , tra i migliori produttori di accessori del tempo), abbiano spinto gambe vigorose.
Che se non han vinto, almeno ci han provato e dopo il traguardo una donna, una buona cena.
Un amore bello e forte, come quello che ho messo nel riportare su strada, meglio che ho potuto, questo vecchio ferraccio.
Che ancora, dopo quasi 70 anni, sa darmi emozioni.
Le voglio bene, ora.
Etichette:
amore,
bici da corsa,
bici epoca
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento