martedì 19 aprile 2011
Venti neri
Non so cosa provo quando ti pedalo.
Quel faro enorme oscurato davanti e quel bianco panna stinto, al didietro, mi riportano a tempi di cui solo ho sentito parlare.
Non ero nemmeno un pensiero quando tu uscivi con la vernice nera da far male in un periodo in cui quello era un colore che tirava.
Non esisteva Andrea quando misero la museruola al tuo bel cipollone per evitare che dall'alto centrassero il tuo padroncino e la sua bella città.
La A sul canotto e il suo spadato simbolo hanno resistito ai sudori (caldi e freddi) di quegli anni e a tutti i successivi meno paurosi e di certo più allegri.
Nonostante quelli in cui sei nata fossero gli anni di un potere che tolse il lavoro al mio bisnonno perchè rispose di essere iscritto solo al partito della Pagnotta al gerarca che lo interrogò e fu poi messo al muro per aver difeso il figlio latitante e solo un prete lo salvò e anche la casa minacciata di fiamme per aver ospitato dei partigiani, ecco, nonostante tutto, l'emozione non è solo nera.
Mi ricorda la felicità di possedere le ali costosissime che ti permettevano di volare tra le pianure e le colline , a trovare fanciulle sincere e semplici, la gioia di andare la sera per prati buii sotto il cielo stellato, e la voglia di sognare un futuro se non meno nero almeno un poco più allegro e libero.
Quello si.
Non me ne vuole allora se sui parafanghi, una volta tanto, ritocco quel nero che lacrime e le pioggie hanno stinto , e non me ne vuole se le lascio quel faro così scuro, così vivo.
La gomma marcata Legnano dei pedali e l'osso delle manopole sfidano testardi il nuovo millennio, come lo sguardo di quei vecchi cocciuti centenari che nulla più spaura.
Il cielo ora è più sereno, non chiarissimo e qualche nuvola all'orizzonte, ma sapendo entrambi i venti neri alle spalle godiamo appieno delle emozioni che sappiamo donarci.
Liberamente.
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2 commenti:
Complimenti per le parole, sentite e vere.
E complimenti per la bicicletta.
porca vacca di parafanghi bianchi ne ho visti tanti! di serie o adattati che fossero, ma di fari schermati credevo d' esser l' unico ad esserselo trovato sopravvissuto! e per giunta sullo stesso modello di bicicletta.
e' incredibile. purtroppo la mia andava troppo a braccetto con la corrosione e ho dovuto riverniciarla.
il problema vero per le biciclette comunque non erano gli stormi di bombardieri ma colui che per il volgo si chiamava "pippo"! aveva ormai la supremazia aerea e quindi s' annoiava a morte a star lassu', non c' era neanche piu' uno schifosissimo fiat g50 ad allietargli la pattuglia e cosi si divertiva con qualunque bersaglio anche civile. e questo avveniva di giorno per cio non bastava un cartoncino dietro al vetro o un pedalino da donna a salvarti!!!!
Antonio milano
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