Le vere rarità o i pezzi da 90, avercene!, non esercitano su di me lo stesso fascino della bici
artigianale piemontese tenuta assieme col fil di ferro.
Insomma, la bici che sto per presentare non dovrei neppure
averla, a questo punto.
Ma ce l’ho, eccome.
E l’ho smontata e pulita e regolata tutta.
E con gran gusto.
Perché da quando la vidi fu una cosa sola desiderarla
comprarla smontarla studiarla ed esporla.
La SAVOIA era infatti il brand con il quale Bianchi
esportava in Sud America le proprie creazioni, anche se si trattava in realtà
di una..Touring altrimenti punzonata.
Amici collezionisti oltreoceano ne pubblicano talora qualcuna
e proprio a partire da questa conoscenza mi sono lanciato nell’ acquisizione
non appena se ne è presentata l’occasione!
Il nobile Marchio è ovunque: sella, mozzi, pedivelle …
Colpisce la presenza del copertone anteriore marcato TOURING
CORD, sicuramente quello fornito 76 anni orsono in dotazione originale.
Curiosa la presenza di questa bici sul territorio italiano,
forse più unica che rara: possibile che un operaio l’avesse acquistata
direttamente alla fabbrica ed abbia evitato alla signora un bel viaggetto per
mare…
Curiosità nella curiosità il patacchino Tebro: ormai non mi
stupisco più di nulla in casa Bianchi e chissà che anche questo misterioso
patacchino , Lodando Dio, un giorno non sveli la sua origine…
Nessun commento:
Posta un commento