Quando ritrovai su un fienile questa bici, non aveva molto di bello da mostrare, se non un inusuale telaio a canna parallela molto leggero.
Nessun doppio diapason al posteriore ma esili e sottili tubi diritti stile bici da corsa.
Allora non sapevo datare bene le mie bici, e l'avevo scambiata per una Maino degli anni 50 60.
Il proprietario assieme alla bici mi disse che la bici, comperata dalla madre in tempo di guerra, era diversa: col tempo aveva subito l'asportazione di " un manubrio basso, con le leve strane, scomodo da matti..." e delle ruote " erano sportive, in alluminio dietro aveva la corona doppia....".
Basta.
Non do molto peso a queste parole e do una pulita sommaria alla bici, relegandola in un angolo del soppalco.
Col tempo arrivano un paio di cerchi Vianzone in alluminio raggiati su mozzi SIAMT giroruota in ferro.
E un manubrio a bacchetta molto sportivo, cadmiato,come quelli montati sulle Amerio del dopoguerra.
Spolverata la bici, scopro il numero di serie 144803, che corrisponde benissimo a un 1944.
Insomma, dopo due sere quasi insonni, la bella Maino torna a ruggire!
E scopro particolari non da poco: pedivelle super alleggerite come sulle corsaiole, con pedali a centro intero a perno forato.
Il perno del movimento centrale, montato su ghiere Magistroni, è anche esso forato: tutto deve essere leggerissimo!
Carter Pratic in alluminio!
Alle ruote non dadi, ma pratici galletti in ottone!
Guidare questa Maino è un'esperienza unica: bassa, slanciata, leggera, divora la strada e ad ogni metro sembra ripeterti una sola cosa: abbassati e.....Pedala!
mercoledì 18 maggio 2016
Maino sport 1944: abbassati e pedala!
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