Vecchia signora, appoggiata con noncuranza ad una piglia
dietro a cianfrusaglie d’ogni sorta, sotto lo sguardo di ignari passanti che
ignorano ciò che sei, chi ti fece , cosa resta di te?
Sfanalata e decarterata pari l’ombra d’un passato che fu
gaio e ricco di avventura ( la vernice è logora e frusta
e la catena ha ben girato sulle corone).
La sella è un mio dono, per dirti Buongiorno e augurarti
nuova vita e nuove strade, silenziosa su quei bei Pirelli Stella da 3/8 che
molto ti s’addicono.
Eppure chi ti ebbe molto ti amò, preservando addirittura i
pattini dei freni e quelle alette ai parafanghi che tanto t’aggraziano.
I pedali paiono tuoi da sempre, marchiati Wolsit su quasi tutti i
gommini ( o tempora, o mores, quando tutto si riparava e il costo era un
ostacolo).
Cerchi stretti, R, così stretti da fare dire a me, vecchio
malato di ruggine, al cinico venditore ch’erano sostituiti, che erano troppo
stretti.
32- 40, una combinazione che strugge l’appassionato e che
deve essere sfuggita ai vecchi lupi della mattinata.
Destino forse.
Chissà, saresti finita sbranata dalle tenaglie del facile
guadagno e forse quei mozzi avrebbero equipaggiato nobile e corsaiola
rumenteria.
Ancora lì , sono.
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