Eri sepolta tra altre tue sorelle a bacchetta, quel mattino freddo a Carmagnola.
Tutti ti passavano accanto con sdegno: il giallo acre del quale eri ammantata non ti donava certo.
E tutti a guardare quel cambio Gran Sport, i più attenti i mozzi, a chiedere, contrattare, lasciare.
Che tristezza.
Poi ci siamo incrociati.
Quel manubrio Ambrosio Champion pipa in ferro, i mozzi Campagnolo e l’azzurrino che affiorava , erano un richiamo troppo ghiotto.
“La posso tirare fuori?”
“Con calma , ragazzo.Una cosa alla volta”
“Benotto!"pensai tra me e me guardando le pedivelle..
Non ci misi molto a trovare un accordo col venditore, sotto lo sguardo stupito e invidioso degli altri corteggiatori.
Rimase due annetti appesa al chiodo, la lista era lunga.
In questi giorni di freddo, di nuovo, hai conosciuto la paglietta, lo sverniciatore, e quell’azzurrino è di nuovo tornato in vita.
Più esperti di me , altri, dicono che sei un’assemblata, forse nemmeno di alta levatura.
Che importa?
Sei il sogno di qualche ragazzo che voleva correre, e se quel telaio non è corsa ( i forcellini…), ha corso, questo si.
A detta di qualcuno sei un cancello?
E chi sono io per cancellarti?
Esisterai, coccolata con nuovi tubolari e olio alle giunture, e una sella in cuoio.
Del nastro rosso ti ornerà le corna, e ancora una volta correrai.
Più felice, più bella.
In culo alla nobiltà.
giovedì 10 gennaio 2013
Benotto Corsa anni 50
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